Stagionali agricoltura esclusi da ristori, il 10 aprile protesta davanti le Prefetture

Calabria Attualità

Le lavoratrici e i lavoratori agricoli sono pronti a manifestare davanti alle Prefetture calabresi. La manifestazione è prevista per sabato 10 aprile, come annunciano i segretari di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil Calabria, Michele Sapia, Bruno Costa e Nino Merlino.

“Subito dopo l’iniziativa del 10 aprile saranno impegnate nell’organizzare ulteriori momenti di mobilitazione, con modalità similari, per un altro comparto fondamentale per la regione, la forestazione, settore messo in crisi anche dal taglio dei fondi operato negli ultimi anni dai Governi nazionali: un settore strategico per un territorio fragile e debole come quello calabrese, in cui la progressiva e preoccupante diminuzione del numero degli addetti mette a rischio il contrasto al dissesto idrogeologico, la manutenzione del patrimonio forestale, il servizio antincendio boschivo e tutte le azioni in linea con le politiche fortemente sostenute dall’Unione Europea”.

“Anche nel Decreto Sostegni, infatti, per l’ennesima volta – denunciano le tre organizzazioni sindacali –, gli stagionali dell’agricoltura sono stati esclusi da ogni tipo di ristoro. Le lavoratrici e i lavoratori agricoli, quelli impegnati negli agriturismi e nel settore del florovivaismo sono stati nuovamente discriminati. Si tratta di settori per i quali in Calabria l’emergenza sanitaria, ancora in corso, si fa sentire con più virulenza: un’emergenza che ha fatto precipitare la maggior parte dei lavoratori coinvolti e le loro famiglie in una situazione di totale povertà”, scrivono i segretari.

Così a seguito dell’iniziativa nazionale, e in attesa dell’esito dell’incontro odierno presso il Ministero delle politiche agricole, Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil si sono dette pronte “a scendere in piazza anche in Calabria per sostenere la piattaforma rivendicativa nazionale e consegnare in ogni Prefettura un documento sindacale. Inoltre in Calabria, regione a forte vocazione agricola e con numerosi limiti strutturali, culturali e infrastrutturali – sostengono i sindacalisti – c’è bisogno di più investimenti, progettazione e confronto per valorizzare il lavoro di qualità e le produzioni agricole di eccellenza”.