Libri: “Dal sogno alla realtà”, Di Bella e Garrì raccontano Renoir

Vibo Valentia Attualità

L'Amministrazione Comunale di Capistrano ha pubblicato la ricerca storica sulla presenza di Renoir a Capistrano, condotta dal professore Saverio Di Bella e dal giornalista Michele Garrì e racchiusa nel libro "Dal sogno alla realtà". L'incarico per uno studio di ricerca storico-artistica sull'affresco "Il Battesimo di Gesù'", attribuito a Pierre Auguste Renoir era stato affidato allo storico Saverio di Bella con delibera del 7 marzo 2002."A darne comunicazione con un comunicato stampa la stessa amministrazione comunale capisastranese. " Il 30 Aprile 2003 Di Bella e Garrì - e' scritto - dopo aver messo insieme il materiale e le testimonianze raccolte, hanno comunicato la conclusione del lavoro di ricerca. Nell'agosto del 2007 primo anno dell'Amministrazione Caputo, all'interno della manifestazione Capistran'Arte, e' stato organizzato il convegno "Tracce di Renoir" in cui sono intervenuti gli autori del libro che hanno avuto modo di esporre pubblicamente i risultati della loro ricerca. In quell'occasione e' stata comunicata espressa volontà dell'Amministrazione in carica di pubblicare lo studio sulla presenza di Renoir a Capistrano. Ed che nel 2011, viene pubblicato il libro. Il lavoro del prof. Di Bella e del giornalista Garrì ripercorre le tappe principali del caso Renoir a Capistrano che esplode negli anni sessanta, inseguito alla pubblicazione della Garzanti, della versione italiana, della biografia "Renoir mio padre" del figlio Jean Renoir, in cui si legge "Partì, munito di una lettera di raccomandazione del vescovo, procuratagli dall'amico. A quell'epoca le ferrovie e le strade erano rare in Calabria. Mio padre fece il viaggio parte su una barca di pescatori passando da un porticciolo all'altro e parte a piedi. La lettera del vescovo gli apriva le porte di tutti i presbiteri. Spesso accadeva che il parroco, non avendo che un solo giaciglio glielo cedesse, andando a dormire sulla paglia insieme al suo asinello. I pasti erano più che semplici, in certi villaggi la gente viveva di fagioli, e la pasta, che gli stranieri credono così abbondante nell'Italia meridionale non la conoscevano neppure. Varie volte Renoir si trovò dinnanzi a corsi d'acqua ingrossati dalle piogge e resi difficilmente transitabili per la mancanza di ponti. Un giorno, una contadina, vedendo che mio padre non sapeva come cavarsela, chiamò altre donne che lavoravano nei campi. Accorsero ridendo, erano una ventina e circondarono Renoir, spiegandogli in calabrese cose che non capiva". Alla fine entrarono nel fiume, presero mio padre, passandoselo dall'una all'altra come un pallone di rugby, lo trasbordarono sull'altra riva. Egli faceva del suo meglio per ricambiare quelle manifestazioni di generosità. Non aveva molto denaro, ma, per quei villani che vivevano quasi esclusivamente di scambi, anche una monetina rappresentava una rarità. Quel che li rendeva più felici era che facesse il ritratto al "bambino". E poi "In un villaggio di montagna Renoir rifece gli affreschi alla chiesa distrutti dall'umidità': " Non mi intendevo molto di affreschi; trovai dal muratore un po' di polveri colorate. Chissà se hanno retto" . Iniziano, così, le ricerche del paese dove Renoir avrebbe rifatto degli affreschi. Nel 1966, grazie all'indagine sul campo del prof. Giuseppe Pisani, insegnante di attività artistiche nella scuola media di Capistrano, e dei suoi alunni, sono stati riportati alla luce due affreschi, dipinti sulle pareti ai lati del portone centrale della Chiesa Madre di Capistrano. Dei due affreschi soltanto quello raffigurante il "Battesimo di Gesù'" era in condizioni di recuperabilità. Critici e studiosi tra i quali Sharo Gambino di Serra San Bruno, Giuseppe Curatola di Pizzo Calabro, Franco Natale, pittore capistranese, Xante Battaglia, docente dell'Accademia di Belle arti di Venezia, hanno fin da subito sostenuto che nell'affresco il "Battesimo di Gesù'" molti elementi supportano l'ipotesi che il dipinto sia stato rifatto dal maestro dell'impressionismo Pierre Auguste Renoir; Nell'agosto del 1993 anche il noto critico d'arte Vittorio Sgarbi ha osservato l'affresco affermando: "datemi la prova storica che Renoir e' stato a Capistrano ed io vi dirò che l'Affresco e' suo". E le conclusioni della ricerca di Di Bella portano a sostenere la presenza di Renoir a Capistrano in base al principio di non contraddizione applicato alle testimonianze disponibili; La pubblicazione di questo volume rappresenta, quindi, un punto fermo sulla storicità della presenza di Renoir a Capistrano. Le ricerche condotte dal prof. Saverio Di Bella e dal giornalista Michele Garrì chiudono un puzzle fatto di molti tasselli che si incastrano perfettamente se inseriti nella giusta visione logica di ragionamento e consequenzialità dei fatti avvenuti. La stampa di questo libro, per l'Amministrazione, e', anche, un atto dovuto ad una ricerca storica rimasta in archivio per troppo tempo e che, finalmente sarà messa a disposizione di tutti i cittadini e di quanti si sono o si vorranno appassionare al caso Renoir a Capistrano. Il libro è stato stampato dal gruppo editoriale Kimerik che si occupa della distribuzione e diffusione dello stesso".