La senatrice Abate sulla questione della Sibari-Sila

Cosenza Infrastrutture

“Continua con molta attenzione il mio lavoro sulla ormai assurda questione della Sibari-Sila. La situazione, infatti, è al limite del paradosso visto che questa strada risulta bloccata da oltre dieci anni, mentre il progetto risale addirittura all’ottobre del 2007, e che tiene confinati nelle aree urbane migliaia di cittadini che con difficoltà devono spostarsi verso la costa”. Queste le dure parole della Senatrice Rosa Silvana Abate.

“Il procedimento per l’affidamento dei lavori da parte della Provincia di Cosenza – continua – non è andato a buon fine poiché nessuna delle ditte che erano entrate in graduatoria ha potuto operare gli interventi a causa di problemi burocratici di varia natura (interdittive antimafia e fallimenti). Allo stato dell’arte, quindi, la pratica è tornata in Regione Calabria per l’autorizzazione a indire la nuova gara. Responsabile della pratica è l’ingegnere Antonio De Lio, del Settore Infrastrutture di Trasporto, con il quale ho avuto una interlocuzione telefonica in questi giorni”.

“Questa volta non si può e non si deve sbagliare. È per questo motivo che, contestualmente, ancora una volta, sollecito il presidente Franco Iacucci, che ci ha tenuto tanto ad essere rieletto alla guida della Provincia di Cosenza, a mettere fine a questa vergogna velocizzando la procedura per la gara, sempre nel solco della legalità, attivandosi sia per il completamento del primo tratto sia per trovare i fondi per il secondo. Sin dall'inizio del mio mandato sono al lavoro per risolvere i problemi inerenti questa infrastruttura strategica di cui i cittadini aspettano il completamento da ormai troppi anni”.

Per l’ennesima volta rinnovo la mia completa disponibilità ad essere d’aiuto per superare i vari ostacoli e le varie difficoltà che si riscontrano nel realizzare questa agognata strada e, contestualmente, invito in ogni caso il presidente Iacucci a comunicare ai cittadini in modo puntuale e trasparente, come verranno spesi i fondi ricevuti. Si tratta di soldi arrivati grazie al lavoro di noi parlamentari e che danno alle Province la possibilità di essere operative mentre, secondo quanto previsto originariamente dal suo partito di provenienza, questi enti dovevano essere completamente svuotati di ogni funzione e, dunque, aboliti”. Conclude la Senatrice.