Carburante a basso prezzo: giro di fatture false da mezzo miliardo, 116 denunciati
Ammonta a 40 milioni di euro il totale dei beni sequestrati dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Frosinone nell’ambito dell’operazione Diesel Free Tax.
Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria ritiene infatti di aver scoperto un sofisticato sistema di evasione finalizzato alla commercializzazione illecita, su tutto il territorio nazionale, di prodotti petroliferi per l’autotrazione a prezzi di gran lunga inferiori alla media del mercato, grazie all’omesso versamento o al risparmio indebito dell’Iva e delle imposte dirette.
La Procura della Cassino, diretta dal Procuratore Luciano d’Emmanuele, ha emesso un decreto di sequestro finalizzato alla confisca per l’ammontare, appunto, di oltre 40 milioni, essendo considerato il provento dell’attività illecita e che sarebbe stata promossa da un gruppo che operava in Italia e composto da diverse persone e società.
Nel gruppo, inoltre, vi sarebbero state anche persone ritenute vicine al clan camorristico Formicola.
I sigilli sono cattati dunque per le disponibilità finanziarie di quattro società con sede legale nelle province di Frosinone e di Napoli; su beni mobili ed immobili di sei soggetti, amministratori di diritto e di fatto delle stesse aziende.
Nel corso delle operazioni, inoltre, sono stati sottoposti a sequestro decine di immobili, alcuni dei quali anche di pregio, e vari terreni nelle province di Frosinone, Napoli, Avellino, Campobasso e Cosenza, autovetture, motocicli, partecipazioni in altre società, ingenti disponibilità finanziarie ed un’imbarcazione ormeggiata nel porto di Torre del Greco.
In particolare la misura ha colpito 32 immobili di pregio, 62 terreni, 28 magazzini e un fabbricato commerciale, 24 autorimesse/box, un’imbarcazione, quattro vetture e un motociclo, quote di 18 società e più di 20 conto correnti.
Tra i destinatari del provvedimento ci sono alcuni pregiudicati, considerati contigui al clan che opera prevalentemente in provincia di Napoli.
Le persone in questione sono inoltre coinvolte in altre indagini in merito all’applicazione di misure di prevenzione previste dalla legislazione antimafia.
Le investigazioni sono partite nel 2018, a seguito di due distinte verifiche fiscali effettuate nei confronti di una società di capitali che opera nella commercializzazione dei prodotti petroliferi e con sede a Sora.
Le attività hanno messo in luce diverse criticità in relazione alle fatture di acquisto del prodotto petrolifero venduto.
I documenti di trasporto indicavano, come fornitori, persone che solo sulla carta partecipavano alle operazioni di compravendita, in quanto il prodotto, attraverso passaggi fittizi effettuati tramite società definite come “cartiere” o “filtro”, costituite appositamente per evadere le imposte, sarebbe giunto alla società verificata ma a prezzi sensibilmente inferiori a quelli praticati dal primo cedente.
Veniva permesso anche alle altre società clienti di quella ispezionata di poter praticare prezzi notevolmente inferiori perfino al costo di produzione.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Cassino, nella persona del Sostituto Roberto Bulgarini Nomi, hanno portato ad individuare decine di società che sarebbero state coinvolte nel “sistema”, azienda distribuiti su quasi tutta Italia, in particolare in provincia di Roma, Napoli, Milano, Verona e Latina.
Queste aziende - secondo gli inquirenti - avrebbero avuto a vario titolo delle condotte illecite, come il non avere presentato le dichiarazioni dei redditi, non aver pagato l’Iva tramite il rilascio di false dichiarazioni d’intento prive di requisiti di legge; o nascondendo le scritture contabili per impedire la ricostruzione della movimentazione dei prodotti petroliferi commercializzati.
Complessivamente, sono state denunciate 116 persone, interessate nelle operazioni di dichiarazioni fraudolente, indebite compensazioni di crediti d’imposta e autoriciclaggio; e 29 società in materia di responsabilità amministrativa degli enti derivante da reato.
Sempre nello stesso filone investigativo, le Fiamme gialle, a dicembre sorso, hanno arrestato un imprenditore della provincia di Latina e sequestrato diversi beni per un valore di oltre un milione di euro.
Le attività ispettive amministrative, sotto il profilo tributario, eseguite su tutto il territorio nazionale parallelamente alle concomitanti attività di polizia giudiziaria, hanno permesso di accertare complessivamente dei ricavi non dichiarati e sottratti a tassazione per circa 300 milioni di euro, così come costi indeducibili per 63 milioni, e imposte evase per circa 200 milioni derivanti dall’enorme volume di false fatturazioni rilevate, ammontanti a oltre 500 milioni di euro.