Nella cuccia, tra i conigli o in un forno: così la criminalità nascondeva il suo arsenale
Un vero e proprio arsenale, presumibilmente a disposizione della criminalità locale, è stato scoperto nell’area di Gioia Tauro dai carabinieri che hanno sequestrato il tutto arrestando anche due pregiudicati.
I militari hanno passato al setaccio, minuziosamente, abitazioni e terreni della zona, anche eseguendo degli scavi con la collaborazione dei mezzi messi a disposizione dai Vigili del Fuoco.
Case, garage, rimesse, fondi agricoli, aree incolte e zone adibite alla custodia degli animali sono stati controllati in ogni loro nascondiglio recondito.
È così che i militari sono giunti a scovare due fucili, di cui uno a pompa e connotato da un impressionante potenziale balistico; ma anche quattro pistole semiautomatiche, due revolver e centinaia di munizioni.
Tutte le matricole delle armi erano state rimosse e, pertanto, per la legge le stesse sono considerate di natura clandestina.
Il materiale balistico recuperato riguarda anche pezzi e munizioni per il famigerato mitragliatore russo Kalashnikov oltre a diversi silenziatori per armi lunghe e corte.
E proprio il ritrovamento dei silenziatori ha fugato ogni dubbio sul fatto che tutte le armi fossero a disposizione della criminalità, essendo utilizzati solitamente per agguati ed intimidazioni.
LE ARMI DISSEMINATE PER LA CITTÀ
L’arsenale è stato recuperato in diversi siti disseminati per la città: ad esempio, in un locale adibito all’allevamento intensivo dei conigli, dove in uno dei classici contenitori a tenuta stagna per custodire le armi sotto terra, i Carabinieri sono riusciti a trovare un silenziatore da arma lunga, una pistola con matricola abrasa, alcune componenti dell’AK-47, e centinaia di proiettili di vario calibro, anche da guerra.
In un garage di un’abitazione, all’interno di un vecchio forno in disuso, accatastato tra i rifiuti, è stato invece scovato un fucile a pompa calibro 12, con la matricola punzonata, oliato e pronto per il suo potenziale e devastante impiego.
In un altro sito ancora, dentro un capannone in lamiera, apparentemente dismesso, sono state ritrovate due pistole cariche e in perfetto stato di conservazione, anch’esse senza matricola.
Anche la cuccia di un aggressivo pitbull era stata usata come luogo ideale per nascondere le armi clandestine, tanto che nelle sue componenti strutturali sono state recuperate altre tre pistole con la matricola abrasa.
Le manette sono scattate pertanto per un 38enne, C.R., ed un 65enne, G.A., già con precedenti penali, che sono stati accompagnati nella Casa Circondariale di Palmi. Dovranno rispondere di detenzione illegale e clandestina di armi.
L’attività è stata condotta dai Carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro, supportati dai loro colleghi dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria e del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia, oltre che dal personale del Gruppo Operativo Speciale dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria.