150 unità: al Metropolis di Rende le “Colonne del Risorgimento”
Conclusisi i festeggiamenti per il 150enario dell’Unità d’Italia che hanno animato il giorno, 17 marzo, della ricorrenza effettiva, è tempo di bilanci, poi immensamente positivi, per il Metropolis, la struttura che ha assunto, per le celebrazioni, uno dei ruoli centrali nell’offerta sia d’animazione che culturale tra le tante presenti sul territorio sia provinciale che regionale; se poi, la struttura in questione, è quella di un Centro Commerciale viene da prestare estrema attenzione, specie nel concentrarsi sui numeri: più di 100.000 le presenze, nella settimana dal 14 al 20 marzo, relative agli utenti che non hanno semplicemente messo piede a Metropolis ma che sono diventati parte integrante e portatori del messaggio storico ma attualissimo di unità ed orgoglio patriottico che la Mostra emozionale di contenuti storici, LE COLONNE DEL RISORGIMENTO, curata da Melissa Acquesta, Storico d’Arte, che utilizzando in maniera originale i pilastri della struttura ha individuato nuovi ed originali spazi espositivi, ha saputo suscitare.
140 le colonne coinvolte, 18 i soggetti riproposti, una cronologia completa che partendo dai primi moti risorgimentali, quelli del 1820, accompagna per tappe il visitatore fino all’effettiva riunificazione territoriale della Nazione così come oggi la conosciamo e che si ebbe solo al termine della sanguinosissima Prima Guerra Mondiale, 7 i personaggi, i Padri della Patria, protagonisti di quegli anni, cui è stato affidato il compito immaginifico di relazionarsi con la clientela uscendo fuori dai pannelli, tante le citazioni che sono passate alla storia, tanti in complimenti, anche espressi da figure istituzionali del mondo politico e dagli addetti ai lavori, arrivati in direzione, tante le prenotazioni per avere la visita guidata: la scuola più lontana a visitare la Mostra? Se ve lo steste chiedendo: l’istituto secondario di primo grado di Cerzeto, e anche queste sono soddisfazioni.
Ad attirare maggiormente l’attenzione la storia e la presenza, tra gli altri, dei Fratelli Bandiera, il Documento di Proclamazione del Regno d’Italia, firmato 17 marzo 1861 da Vittorio Emanuele II, Primo Re d’Italia, e poi Goffredo Mameli e il musicista Michele Novaro morto in povertà nonostante abbia musicato il nostro Inno e di cui, moltissimi, non conoscevano la storia. Non è stato per niente raro notare a Metropolis capannelli di gente intenda nella lettura dei pannelli che costituivano la mostra, allestita dal Centro, con in mano le buste della spesa o le shopper indicative di qualche acquisto particolare, oppure genitori con i bambini al seguito, magari nel sediolino del carrello fermi o aperti al dialogo davanti Mazzini o Garibaldi, oppure davanti il testo integrale dell’Inno Nazionale. Un turbinio di contenuti capaci di rinfrescare la memoria dei più grandi e scolarizzare con il racconto i più piccoli affidando alle immagini dei più bei monumenti eretti a questi eroi presenti su tutto il territorio nazionale, il compito di testimoniare quanta arte e quanta storia trassudi ancora dal tricolore che ha trovato, ovviamente, come era doveroso, sistemazione sulla facciata, in esterno, e all’interno della struttura nonché nelle opere realizzate dagli studenti “Orgogliosamente Italiani”del Liceo Artistico Tommasi di Cosenza impegnati su invito del Centro a sfidarsi a colpi di creatività in un concorso con lavorazione live ed esposizione delle opere nelle vetrine dei negozi che hanno così partecipato in maniera attiva diventando parte integrante dell’allestimento a tema dell’intera struttura. Ai più piccoli che il 17 hanno visitato la Mostra una spilletta commemorativa realizzata appositamente e ai più grandi i segnalibri, super gettonati, gadget della Mostra. L’Idea che sia stato un Centro Commerciale, per ovvie motivazioni frequentatissimo, ad assumersi la responsabilità di offrire qualcosa di più, non solo alla propria clientela ma all’intero suo territorio di riferimento, e che, nello stesso tempo, abbia sentito la necessità di festeggiare una ricorrenza unica ed istituzionale fa ben sperare per il futuro nella e della nostra terra, specie se si pensa al taglio culturale e non esclusivamente ludico che si è voluto dare all’iniziativa e al linguaggio ricercato dagli operatori e trovato nello slancio unificatore che solo l’arte ha la forza e il diritto di chiedere per sé.