Trebisacce, terremoto in Comune: arrestato il Sindaco, sospesi dipendenti pubblici

Cosenza Cronaca
Francesco Mundo

Il sindaco di Trebisacce, Francesco Mundo, 60 anni, finito ai domiciliari mentre due dipendenti dello stesso ente, A.T., 55enne, e M.C., 48enne, sospesi dall’esercizio del pubblico ufficio o servizio rispettivamente per tre e sei mesi.

Questo l’esito dell’inchiesta “Mayor”, eseguita stamani dalla fiamme gialle di Sibari e coordinate dalla Procura di Castrovillari.

Le indagini sono scattate dagli accertamenti effettuati proprio dai finanzieri su una procedura di gara cosiddetta in Project Financing.

Si tratta dell’aggiudicazione del contratto di concessione, di progettazione, costruzione e gestione dell’autostazione di Trebisacce.

Gli inquirenti ritengono di aver fatto emergere delle presunte responsabilità degli indagati, tra cui appunto il sindaco, al tempo candidato alla Regionali del 2020.

I militari ritengono infatti che proprio in occasione di quelle elezioni, vi sia stato qualcosa di illecito nella raccolta delle sottoscrizioni necessarie per raggiungere il quorum indispensabile alla dichiarazione di presentazione della lista dei candidati di “Io resto in Calabria” nella Circoscrizione Elettorale Nord, che allora sosteneva la candidatura a governatore di Pippo Callipo.

LE SOTTOSCRIZIONI “FASULLE”

La tesi degli investigatori è che il candidato si sia adoperato per reperire un maggior numero possibile di sottoscrizioni nella circoscrizione elettorale di competenza.

In pratica avrebbe raccolto “illecitamente, senza la presenza del pubblico ufficiale autenticante”, oltre 200 sottoscrizioni di elettori, alcuni dei quali sarebbero stati addirittura inconsapevoli, e impiegando solo in un secondo momento un dipendente dell’Ufficio elettorale del Comune per l’autenticazione, a questo punto considerata fittizia.

Tutto ciò avrebbe dunque consentito di raggiungere il quorum che era necessario per poter presentazione la lista.

Le attività avrebbero così portato ritenere che Mundo, dopo la competizione elettorale nella quale è risultato il primo candidato non eletto, abbia individuato e ricercato soggetti compiacenti, oggi tutti iscritti nel registro degli indagati, al fine della sottoscrizione di dichiarazioni sostitutive di atto notorio nelle quali i dichiaranti avrebbero attestato falsamente di aver assistito allo scrutinio delle schede in alcune sezioni ricomprese nelle circoscrizioni dei comuni di Paola ed Amantea, rappresentandone la verificazione di irregolarità.

Dichiarazioni successivamente allegate al ricorso, dichiarato poi inammissibile dal giudice amministrativo, che il Sindaco di Trebisacce presentò al Tar della Calabria per ottenere, illegittimamente, un provvedimento che disponesse nuovamente il conteggio dei voti e la sua proclamazione a Consigliere Regionale.

L’AUTO DEL COMUNE PER FINI PERSONALI

Gli investigatori sostengono quindi che per predisporre l’istruttoria necessaria al ricorso, e per altre esigenze considerate “esclusivamente personali”, anche quelle relative all’esercizio della sua professione di avvocato, Mundo abbia utilizzato, in molte occasioni, l’auto del Comune, e impiegando come autista un dipendente dell’Ente.

Quest’ultimo, che è un componente del suo staff, senza permesso e senza timbrare l’uscita ed il rientro, avrebbe a sua volta indotto il Comune in errore sulla sua presenza a lavoro, e così percependo la retribuzione per le ore di lavoro che di fatto non sarebbero state effettuate.

Nel corso delle altre indagini delegate dalla Procura, sono emersi anche dei gravi indizi nei confronti del Sindaco su una presunta concussione.

L’ipotesi è che il primo cittadino, per favorire un privato che occupava abusivamente una porzione demaniale del torrente Pagliara di Trebisacce, “abusando della qualità di Sindaco e dei poteri connessi alla carica”, abbia costretto il direttore dei lavori pubblici affidati dal Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini dello Jonio Cosentino, relativi alla regimazione del torrente e al rinforzo degli argini, a deviare il tracciato rispetto a quello previsto nel progetto, minacciandolo, fra l’altro, che se non lo avesse fatto, avrebbe bloccato i lavori con una ordinanza.

A questo riguardo sono tuttora in corso di esecuzione 26 provvedimenti di sequestro, relativi ad altrettanti lotti, da parte dei Carabinieri Forestale del Nipaaf, supportati dai militari delle Stazioni Forestali di Acri, Castrovillari, Corigliano, Rossano, Oriolo e San Sosti, proprio contro il fenomeno delle occupazioni abusive che insiste prepotentemente sui terreni demaniali del Pagliara.

Sono dunque 18 i nominativi iscritti nel registro degli indagati a cui, a vario titolo, le Fiamme Gialle di Sibari hanno notificato l’informazione di garanzia, per le ipotesi di reato di peculato, concussione, truffa a danno di Ente locale, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e formazione o uso di schede e atti falsi disciplinati dal Testo Unico delle Leggi per la Composizione e la Elezione degli Organi delle Amministrazioni Comunali, destinati alle operazioni elettorali.

La misura di oggi è stata eseguita dai Finanzieri della Compagnia di Sibari, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura di Castrovillari.

I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del Tribunale della città del Pollino, Simone Falerno, su richiesta del Pubblico Ministero titolare delle indagini, Luca Primicerio.