Crotone, incontro del Csv per i Piani di zona
Grande partecipazione a Crotone dove nella sede del dopolavoro ferroviario si è tenuto un incontro sui Piani di zona promosso dal Csv Calabria centro.
L’incontro è stato aperto da Filippo Sestito, coordinatore della sede territoriale di Crotone del Csv Calabria Centro, che ha sottolineato l’importanza dei piani di zona soprattutto in un contesto quale quello dell’ambito territoriale di Crotone dove i dati contenuti nel piano sociale regionale evidenziano gravi carenze cui bisogna porre rimedio.
Ha proseguito rilevando “l’incongruenza tra la data fissata dalla Regione per l’invio dei piani (31 luglio) e la calendarizzazione dei tavoli tematici stabilita dall’ambito di Crotone, che addirittura arriva fino al mese di novembre”. E’ emersa, inoltre, una “grave carenza di informazioni relative ai servizi e agli utenti nonostante gli uffici dell’Asp e degli stessi Comuni dell’ambito certamente dispongano di importanti dati al riguardo”.
“La fase di co-programmazione e co-progettazione dei piani - rileva infin Sestito - non sembra caratterizzarsi per un coinvolgimento attivo e funzionale degli enti del terzo settore che vi partecipano. Questo territorio ha bisogno di programmazione e di servizi duraturi che possano effettivamente dare risposte ai bisogni, non di interventi spot o intermittenti che creano solo ulteriori danni ai cittadini”.
Sono intervenuti successivamente Raffaele Gareri nella doppia veste di rappresentante dell’associazione L’isola che non c’è e di consigliere comunale del Comune di Isola di Capo Rizzuto, Fabio Riganello e Lucia Sacco, neoconsiglieri del Csv Calabria Centro, Anna Baffi rappresentante della Coop. Sociale Selas e Caterina Villirillo presidente dell’associazione Libere Donne, che hanno rappresentato l’importanza per il terzo settore di superare la frammentazione e di procedere uniti per la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sociale nel territorio, soprattutto nel rapporto con le pubbliche amministrazioni che devono necessariamente assumere la responsabilità della loro funzione nel nostro territorio, evitando dannose strumentalizzazioni del terzo settore. Un significativo passaggio, inoltre, ha riguardato l’interrogativo circa l’idea di città che si vuole costruire ed il riferimento al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che costituisce un’opportunità di cambiamento e di rinascita che non può essere sprecata.
Guglielmo Merazzi, presidente del Csv Calabria Centro, ha posto l’accento sul grave ritardo della nostra regione rispetto all’attuazione del piano sociale. Nel corso del suo intervento ha inoltre evidenziato “la necessità che la pubblica amministrazione, la regione e gli enti locali sviluppino una visione politica attorno al tema degli interventi socio-sanitari che deve prendere in considerazione la scelta della deistituzionalizzazione, concentrando gli sforzi sulla prevenzione dei bisogni e non sull’aumento delle strutture di assistenza”.
Ha poi sottolineato “le responsabilità della Regione Calabria e degli enti locali nella gestione inefficiente dei servizi sociali ed ha proposto la costruzione di un fronte unitario del terzo settore per partecipare in modo consapevole e qualificato alla programmazione degli interventi socio-sanitari utili alle nostre comunità”.
Luciano Squillaci, portavoce regionale del Forum Terzo Settore Calabria, ha sottolineato “l’importanza dell’approvazione del regolamento regionale n. 22 del 25 novembre 2019 che attribuisce ai sindaci la possibilità di costruire le politiche sociali del proprio ambito di riferimento criticando il meccanismo di predisposizione ed erogazione dei servizi sociali sinora utilizzato, senza una chiara visione politica e basato su scelte assunte lontano dai territori”.
Prosegue riconoscendo “il forte squilibrio a livello regionale di servizi e strutture determinato da dinamiche che non hanno tenuto conto dei bisogni delle nostre comunità e rappresenta le resistenze degli amministratori locali al cambio di paradigma”.
Richiama “il ruolo fondamentale che il terzo settore deve necessariamente svolgere, anche in considerazione di quanto stabilito dal Codice del Terzo Settore, proprio per correggere le storture di un sistema che altrimenti riprodurrà le inefficienze del passato e ricorda che i tre attori principali del piano di zona sono i sindaci in funzione del ruolo istituzionale che rivestono, il terzo settore la cui azione istituzionale deve essere maggiormente efficace ed i cittadini che devono essere coinvolti e partecipare attivamente alla vita della comunità”.