Pnrr, Falcomatà: «Equità, garanzia e sicurezza per rilanciare Mezzogiorno»
Il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, responsabile Anci per le Politiche del Mezzogiorno, ha chiuso il dibattito “Oltre la crisi: per una nuova governance degli enti locali”, organizzato domenica sera a Castelbuono, in provincia di Palermo, ed inserito nel programma degli eventi collaterali all'assemblea siciliana dei segretari di circolo del Partito democratico. Prima di Falcomatà sono intervenuti Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale Anci, dirigenti del Pd ed amministratori locali dei vari Comuni siciliani.
Falcomatà ha rilanciato «la necessità di cancellare il criterio della spesa storica per la ripartizione delle risorse statali ai vari Comuni definendo, da subito, il Livelli Essenziali delle Prestazioni».
«Non è possibile – ha detto – continuare ad accettare una legge che rappresenta una vera e propria discriminazione di cittadinanza. Bisogna dare concretezza alle buone intenzioni espresse dal Governo che, dopo 11 anni, sembra avere recepito le istanze di quella che, per Anci, rappresenta la madre di tutte le battaglie».
«Un bambino che nasce al Sud – ha spiegato - non ha le stesse possibilità di un coetaneo del Nord e non perché gli amministratori siano più o meno bravi, ma perché lo Stato non eroga, ai Comuni del Mezzogiorno, gli stessi finanziamenti che arrivano nel Settentrione».
L’esempio che il sindaco ha fornito è fra i più classici: «Reggio Emilia, città di 170 mila abitanti, ha 60 asili nido; Reggio Calabria, che di abitanti ne ha 180 mila, per lo Stato deve averne zero. Siamo riusciti ad aprirne appena tre e soltanto grazie ai fondi Europei. Quindi, è inammissibile è impellente il bisogno di stabilire equità e celerità nel superare il criterio della Spesa storica dando, ad ogni Comune, le giuste garanzie economiche per effettuare Servizi pubblici essenziali e a domanda individuale».
Il sindaco Giuseppe Falcomatà, allo stesso modo, ha identificato un altro passaggio chiave nella modifica dell’attuale codice degli appalti: «Mediamente, servono 5 anni per completare un’opera pubblica da un milione di euro. Un’epopea se si pensa alla mole di finanziamenti che arriveranno con il Piano di ripartenza e resilienza ed al conseguente cronoprogramma imposto dall’Ue. Così, si devono snellire le procedure affinché ogni infrastruttura programmata possa vedere la luce entro il 2026. Si può fare e la ricostruzione del Ponte “Morandi” a Genova dimostra che la velocità d’esecuzione non corrisponde, automaticamente, ad un lasciapassare per infiltrazioni criminali e corruzione».
Nel ringraziare il Pd della regionale Sicilia, i segretari Anthony Barbagallo e Renzo Bufalino, il sindaco Falcomatà ha sottolineato «l’importanza di un incontro utile ad approfondire temi che riguardano il Mezzogiorno e rispetto ai quali il Sud deve agire in maniera unita e compatta».
«Per spendere le risorse del Pnrr – ha concluso - vanno stabilite le regole del gioco. Questa è la sfida ed al suo interno dobbiamo individuare gli obiettivi strategici, le risorse ed i servizi necessari a rilanciare i territori attraverso un piano d’investimenti dalle proporzioni epocali».