Lamezia Terme, errore in sala parto: condannata ginecologa ospedaliera
“Negligenza, imprudenza, imperizia” ma anche “violazione delle leggi, regolamenti, ordini o discipline della normativa sanitaria e dell'esercizio della professione medica”. Queste le gravi motivazioni che hanno portato alla condanna di una ginecologa dell’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, per un errore medico a danno di un neonato avvenuto 5 anni fa.
La ginecologa avrebbe rallentato il trasferimento di una partoriente in sala operatoria, nonostante l’assenza di reattività fecale. Questa infatti sarebbe stata perfettamente a conoscenza del fatto che il nascituro si presentava con una attività cardiaca inferiore ai 5 battini al minuto, con conseguente sofferenza ed asfissia. Tuttavia, avrebbe atteso circa 176 minuti dal primo referto per autorizzare il taglio cesareo.
Una condotta che ha causato una grave depressione cardio-respiratoria nel neonato, con conseguente sindrome da stress respiratoria, assieme ad “encefalopatia iposso ischemica cerebrale temporo parieto occipitale destra con infarcimento ematico, convulsioni neonatali, sospetta ipoacusia destra”. Danni gravi, per i quali il giudice del Tribunale di Lamezia Terme, Luana Loscanna, ha condannato la ginecologa ad 1 anno e 4 mesi di reclusione con pena sospesa.
“Purtroppo nostro figlio non potrà che sopravvivere, non di certo vivere. La nostra vita si svolge dentro e fuori dagli ospedali, per continue terapie, cure, il bimbo vive in una condizione terribile, purtroppo spesso ha delle crisi che lo portano a farsi del male da solo. Si tratta di un errore gravissimo, che non dovrebbe mai avvenire, quello che ci è accaduto non lo auguriamo a nessuno, possiamo solo sperare che tutto questo possa per lo meno servire da monito, affinché nessun altro bimbo sia costretto a vedere distrutta la propria vita, ancor prima di venire alla luce” hanno dichiarato i genitori del bambino.