Lavoro, i sindacati chiedono “piano straordinario e misure adeguate”
“Occorre capire come verranno allocate le diverse risorse pubbliche e come attuare un adeguato piano per l’occupazione” perché “non c’è più tempo per la Calabria, il tempo è adesso”. È quanto affermano in una nota unitaria i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo, che chiedono un dibattito pubblico “sui destini della Calabria in un contesto nazionale dove si faranno scelte irreversibili sugli investimenti, sullo sviluppo, a partire dal fare chiarezza sul Pnrr”.
“Invece di alimentare un piano per l’occupazione vero, con una legislazione speciale come avvenne a fine anni 70, per dare certezze al lavoro e renderlo meno precario, assistiamo all’ennesime campagne elettorali sul precariato, sulle rovine della Calabria, sulla sanità morente, sulla povertà, senza un minimo impegno e dibattito pubblico su come costruire opportunità vere e proposte che diano un orizzonte ai territori, alle aree interne, alle famiglie, ai giovani, alle donne” denunciano i sindacalisti.
“Alla Calabria non serve un nuovo esercito di precari, su questo bisogna essere chiari, ma occorre sbloccare i concorsi nelle amministrazioni pubbliche in tutti i settori con clausole specifiche che prevedano il riconoscimento del lavoro precario svolto” ribadiscono ancora, chiedendo “un piano del lavoro che parta dalla gestione e dalla manutenzione del territorio, delle aree interne, individuando una strategia di gestione con un ufficio unico del piano”.
Ma non solo. Serve anche “un piano nazionale con politiche industriali per fare investire in tecnologie le partecipate pubbliche nelle aree del mezzogiorno e delle Zes e rilanciare i retroporti a partire da Gioia Tauro, con riallocazioni di aziende e filiere produttive delocalizzate”.
Un “grande processo di formazione” per “una battaglia senza confini contro ogni forma di sfruttamento del lavoro povero, precario, grigio, che in Calabria viene retribuito al di sotto delle soglie del reddito di cittadinanza”.