Eutanasia legale, raccolta firme a Mormanno
"Per essere tutti liberi, fino alla fine". E' questo lo slogan che anima la campagna di raccolta firme per il referendum sulla eutanasia legale che arriverà in piazza 8 marzo a Mormanno per permettere ai cittadini che vogliono sostenere questa campagna di apporre la loro firma in un apposito banchetto che sarà aperto Lunedì 9 marzo dalle ore 10:00 alle ore 13:00.
«È una battaglia di civiltà e di libertà che condividiamo e vogliamo promuovere convintamente come amministrazione comunale» - ha dichiarato l’assessore alle politiche sociali, Manuela De Luca - «sicuri che Mormanno darà un forte contributo partecipativo».
Per questo l’esecutivo guidato dal sindaco Giuseppe Regina ha accolto con estremo favore l’invito di Rosaldo Bellizzi che sta animando la raccolta firme in molti comuni della provincia.
Molte persone gravemente malate oggi non sono libere di scegliere fino a che punto vivere la loro condizione. Non hanno diritto all’aiuto medico alla morte volontaria, al suicidio assistito o ad accedere all’eutanasia come è invece possibile in Svizzera, Belgio, Olanda, Spagna, Canada, molti Stati degli Stati Uniti e sempre più Paesi nel mondo. Perché nonostante una proposta di legge di iniziativa popolare depositata nel 2013 e due richiami della Corte costituzionale, il Parlamento in tutti questi anni non è mai riuscito a discutere di eutanasia legale.
«Ecco perché - ha spiegato l'assessore De Luca - a fianco delle persone che non possono aspettare i tempi della politica e della giustizia, la parola passa ai cittadini con un referendum».
Il quesito referendario si pone l’obiettivo di introdurre l’eutanasia legale tramite l’abrogazione parziale dell’art. 579 c.p. che punisce l’omicidio del consenziente. Tecnicamente il quesito lascia intatte le tutele per le persone vulnerabili, i minori di 18 anni, le persone che non sono in grado di intendere e volere, quelle il cui consenso è stato estorto, e potrà introdurre nel nostro Paese il diritto all’aiuto medico alla morte volontaria. In questo modo si possono abbattere le discriminazioni oggi esistenti, consentendo la possibilità di scegliere un fine vita consapevole, controllato e sereno, anche alle persone malate che necessitano di un aiuto esterno per porre fine alle proprie sofferenze.