San Giovanni. All’abbazia florense il turbante che vorrebbe rappresentare la Calabria a Dubai
È frutto della collaborazione tra Paola Vocaturo, Domenico Caruso e Luca Angotti il turbante di seta calabrese “cruda” e perle di jennacca che verrà presentato alle 21 di sabato 21 agosto nell’abbazia florense di San Giovanni in Fiore.
È quanto annuncia la sindaca Rosaria Succurro. “Si tratta di un’opera di artigianato e design che, grazie alle idee e all’esperienza di Vocaturo, potrebbe rappresentare la Calabria all’Expo di Dubai. L’opera richiama la tradizione orientale e mette insieme la creatività di Vocaturo, la sopraffina tecnica del tessitore Caruso e il prezioso lavoro di Angotti nell’arte orafa”.
“Si tratta di contaminazioni tra fili e filigrane, di rielaborazione di culture e stili del passato nel campo tessile e dei gioielli, nei quali San Giovanni in Fiore ha, peraltro, una storia e una fama importante. Nello specifico, poi, da questa iniziativa dei tre artisti, la Vocaturo è di origini calabresi, mentre Caruso e Angotti sono proprio di San Giovanni in Fiore, può derivare ulteriore spinta per tutti i creativi e gli artigiani che, con grande capacità, operano in ambito locale. Inoltre, è anche uno stimolo perché i più giovani riprendano gli antichi mestieri”.
“Queste collaborazioni – continua Succurro – vanno sostenute dalle istituzioni, perché San Giovanni in Fiore e l’intera Calabria possono trarne soltanto giovamento. Del resto, la logica ternaria che ispira la teologia di Gioacchino da Fiore è di derivazione orientale, a riprova che le contaminazioni sono alla base dello sviluppo del pensiero, culturale, economico e sociale”.
“La mia lunga esperienza e il tempo trascorso in alcuni paesi del Medio Oriente – racconta Vocaturo – hanno favorito il nascere di amicizie e legami straordinari. Per questo ho voluto pensare al turbante, parte integrante della vita e delle usanze della cultura musulmana; oggi accessorio di gran moda, ma ieri ricordo di invasioni e conquiste saracene”.