Sanità, Palagiano(Idv): interrogazione alla camera dei deputati su chiusura punti nascita
Dopo l'atto presentato in Senato dal Sen. Belisario, l'azione dell'Idv in questo senso prosegue anche alla Camera. L’on. Antonio Palagiano ha presentato una interrogazione a risposta scritta al Ministro della salute per sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza delle citate misure adottate dal Presidente della Regione Calabria nella sua veste di commissario ad acta e quali iniziative concrete si intendano porre in essere affinché si eviti l'abbandono di intere zone di montagna e delle aree interne calabresi, private del diritto alla salute. Palagiano chiede inoltre cosa intenda fare per garantire ai cittadini interessati il diritto alla salute, secondo il dettato dell'articolo 32 della Costituzione. “In data 16 dicembre 2010 il Governo e la Conferenza Stato-Regioni hanno firmato un accordo – scrive Palagiano nell’interrogazione- sul documento concernente «Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo», tra cui il cosiddetto "Piano di riordino dei punti nascita" e tale Piano prevede la chiusura dei reparti di maternità che effettuano meno di 500 parti ogni anno e la riorganizzazione di quelli che ne registrano meno di 1.000. La chiusura riguarderebbe complessivamente 158 punti nascita su 559 nell'intero territorio nazionale e mentre sarebbe contenuto l'impatto di tali disposizioni sulle regioni del Nord Italia (8 punti nascita su 75 a rischio chiusura in Lombardia, nessuno in Piemonte e Veneto), sarebbero invece coinvolte in maniera più rilevante le regioni meridionali con 38 punti nascita su 75 a rischio chiusura in Sicilia, 22 su 72 in Campania, 15 su 29 in Calabria; in particolare per quanto concerne la Calabria. Per quanto concerne l'ospedale di Acri – continua Palagiano- è vero che viene effettuata all'incirca la metà dei parti richiesti, risulta tuttavia molto più pericoloso cercare di raggiungere in tempi utili l'ospedale di Cosenza o quello di Rossano Calabro, a causa della condizione delle strade di collegamento della zona, spesso interessate da eventi meteorologici che le rendono impraticabili e anche seriamente minacciate da eventi franosi;inoltre il presidio ospedaliero di Acri è stato classificato come "ospedale di montagna", riconoscimento di una specificità geografica che non può essere valido solo per alcune tipologie sanitarie ed essere disatteso per altre; appaiono dunque palesemente insufficienti valutazioni basate unicamente sui numeri, senza tener conto delle effettive condizioni dei territori;gli ospedali di Acri e San Giovanni in Fiore - ma anche quello di Soveria Mannelli (Catanzaro) e Serra San Bruno (Vibo Valentia) - saranno fortemente ridimensionati in generale con una drastica riduzione di posti letto (meno di 30) e con attività ridotta nei fine settimana.
Voglio ricordare che- sottolinea il deputato dipietrista- che Acri e San Giovanni in Fiore sono cittadine che superano i 20.000 abitanti ciascuna e, dunque, chiudere quegli ospedali significa lasciare decine di migliaia di persone senza assistenza e senza cura, violando così il principio costituzionale di cui all'articolo 32 (la tutela della salute come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività);anche in conseguenza di tale drastica riduzione dei servizi sanitari, intere e ampie zone di montagna, in forte crisi infrastrutturale, rischiano di essere di fatto abbandonate al loro destino con conseguente rischio di spopolamento”. Pronta la reazione del segretario regionale Maurizio Feraudo che aveva sollecitato gli interventi che dichiara: “L'IdV si conferma l'unica forza politica che sta dalla parte dei cittadini, tutelandone realmente e concretamente gli interessi in questa difficile fase in cui sia il governo nazionale che quello regionale sono biecamente impegnati, nella fredda logica dei numeri, a mettere a repentaglio i diritti fondamentali della persona umana, anche quelli costituzionalmente garantiti, la tutela della/alla salute innanzitutto. Sono soddisfatto che le preoccupazioni da me espresse sul ridimensionamento degli ospedali calabresi, quelli di montagna innanzitutto, siano state fatte proprie dal Partito nazionale che ha immediatamente attivato gli strumentali parlamentari a sua disposizione”. Soddisfazione è stata espressa dalla responsabile regionale alla sanità Lorella Massenzo, dal Segretario cittadino dell’Idv di Acri Angelo Cofone e dalla Consigliera Comunale Cristina Minisci.