Asp Vibo, veterinari assenteisti: avviso chiusura indagini per 15 persone
Il sostituto procuratore Santi Cutroneo, a chiusura dell'inchiesta sui veterinari dell'Asp di Vibo Valentia accusati di assenteismo, ha disposto la notifica di avviso di garanzia a quindici dipendenti del settore dell'Asp di vibo Valentia . Il provvedimento e' stato notificato, tra gli altri anche al dirigente Saverio Paglianiti, 62 anni che aveva denunciato il problema dell'assenteismo. Dieci persone erano state arrestate la mattina del 9 febbraio in flagranza di reato dai carabinieri di Vibo Valentia: il dirigente veterinario Mario Mazzeo, assessore al comunale, Domenico Piraino, Stefania Mazzeo, Chiarina Cristelli, Antonio Teti e Domenico Cocciolo e l'impiegata Maria Parisi, era stati subito scarcerati dal gip Gabriella Lupoli non avendo ravvisato i presupposti della misura cautelare. Lasciarono subito i domiciliari anche gli impiegati Giuseppe Parisi, Giuseppe Loiacono e Enzo Carnevale, nei confronti dei quali il gip ha disposto l'obbligo i presentazione alla polizia giudiziaria. L'avviso di chiusura delle indagini, a completamento del quadro, oltre i dieci gia' indagati e Saverio Paglianiti, ha raggiunto anche l'ispettore di igiene Giuseppe Ubaldo Pugliese, il coadiutore amministrativo Damiano Romano, l'ausiliario Domenico Pisani ed il veterinario Domenico Mazzitelli. A tutti il pm Cutroneo contesta i reati di truffa aggravata in concorso e di falsita' ideologica commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico. In base alle indagini prodotte dai carabinieri della Compagnia e della stazione cittadina, guidate rispettivamente dai capitani Stefano Di Paolo e Gabriele Argiro' e dal luogotenente Nazzareno Lopreiato, tutti gli arrestati si sarebbero piu' volte allontanati dall'ufficio senza giustificato motivo, procurandosi un ingiusto profitto e arrecando quindi un danno economico-patrimoniale alla pubblica amministrazione.
Il gip Lupoli, in sede di udienza di convalida degli arresti effettuati in flagranza di reato all'esito delle indagini protrattasi per circa due mesi con l'ausilio di microcamere installate dentro e fuori gli uffici, aveva ritenuto i provvedimenti non suscettibili di convalida per patente inosservanza dei termini di trasmissione degli atti al pm. e sull'ampia autonomia nell'organizzare il proprio servizio. Argomentazioni che la Procura, sposando in toto le indagini di carabinieri, ha contestato impugnando il decreto del gip Lupoli, procedendo fino alla chiusura delle indagini, che nel frattempo si e' allargata coinvolgendo altre cinque persone delle dieci iniziali.