Auto, moto e trattori venduti on line: era una truffa, 18 indagati nel reggino

Reggio Calabria Cronaca

Utilizzando delle note piattaforme internet specializzate nell’e-commerce avrebbero venduto online auto e scooter ma anche mezzi da lavoro come trattori, scavatori, così come altri tipi di beni.

Il problema è però che tutta la mercanzia fosse finta e che gli ignari acquirenti, una volta concluso l’acquisto, restassero con un pungo di mosche in mano, considerando anche che i “venditori”, tramite una serie di ingegnosi stratagemmi, ed un modo di agire ben organizzato e complesso, siano stati capaci di coprire” le proprie effettive identità.

La parola fine su questa vicenda ce l’hanno messa gli uomini della polizia di Stato di Reggio Calabria. Stamani all’alba, 120 agenti della Postale e della Questura locale hanno fatto scattare un blitz eseguendo 18 misure di custodia cautelare emesse dal gip di Palmi a carico di altrettante persone.

Di questi, in dieci sono finiti in carcere ed otto ai domiciliari: si tratta di F.R. (di 37 anni); A.R. (37); F.D. (30); I.G. (39); I.A. (76); M.M. (46); M.A. (36); A.L. (42); M.A. (24); C.G. (51); C.R. (55); M.G. (54); M.D. (61); S.M. (27); M M.F. (59); I.F. (51); R.M. (37); A.N. (34).

Gli indagati sono accusati dunque, e a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, riciclaggio, sostituzione di persona e trattamento illecito dei dati personali, essendo ritenuti gli appartenenti ad un gruppo criminale attivo sui versanti ionico e tirrenico della provincia reggina.

Nel corso dell’operazione gli agenti hanno anche sequestrato conti correnti e materiale informatico.

LA “PESCA” NEL MARE DEL WEB

L’inchiesta è scattata nei comuni di Siderno, Gioiosa Ionica, Mammola e Locri quanto al versante ionico, e ad Anoia, Galatro e Giffone sul tirreno, con estensione alla provincia di Modena per uno dei destinatari.

Gli investigatori l’hanno chiamata in codice “Nassa 3.0”, facendo riferimento all’omonimo strumento da pesca solitamente utilizzato per attirare e catturare le prede in mare.

Tra i vari indizi raccolti dagli inquirenti, vi è anche che gli acquirenti, convinti della genuinità della compravendita, avrebbero versato l’importo pattuito su carte ricaricabili o su conti bancari risultati intestati ad alcuni degli indagati, ovviamente senza poi ricevere i beni.

Si calcola che con questo sistema si sia ottenuto un guadagno che superi i 220 mila euro, a fronte di oltre 85 truffe individuate e contestate e che sarebbero state perpetrate in circa due anni, cioè dal 2016 fino al gennaio 2018.

I CONTI, LE CARTE E LE SIM

Allo scopo, poi, gli indagati avrebbero utilizzato numerosissimi rapporti finanziari, come conti correnti, carte di credito e debito e prepagate, dove far confluire le somme delle vittime.

Ancora più numerosi, ancora, gli apparecchi telefonici, le utenze e le SIM card impiegati per la conduzione e l’esecuzione delle trattative con i potenziali clienti e per lo scambio di informazioni per procedere all’inserimento degli annunci sulle diverse piattaforme e-commerce utilizzate e ritenuti, dall’ipotesi d’accusa, fittizi.

LA CAPACITÀ DI RINNOVARSI

Alla base dell’Ordinanza emessa stamani, vi è anche la ritenuta esistenza di un pericolo attuale e concreto di reiterazione degli stessi reati, valutato dall’Autorità Giudiziaria sulla base della numerosa quantità e sistematicità delle condotte delittuose contestate, oltre ai risultati degli ultimi approfondimenti svolti dalla Polizia Postale che hanno evidenziato una capacità, da parte dell’organizzazione, di rinnovarsi e proseguire nell’attività.

Le indagini, intanto, sono ancora in corso e l’Autorità Giudiziaria, coadiuvata dal Compartimento della Postale di Reggio Calabria, approfondirà ancora e doverosamente ogni altro elemento che eventualmente risulterà dalle tesi difensive che saranno proposte.

Le contestuali attività di perquisizione eseguite hanno infine consentito di ritrovare e sequestrare, a carico degli arrestati, del materiale informatico e di altro genere ritenuto di interesse per le indagini, e che sarà posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per eventuali approfondimenti e riscontri e dalla cui analisi non si esclude possano emergere ulteriori sviluppi investigativi e giudiziari.

I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE

L’ordinanza di custodia cautelare porta la firma del Gip di Palmi Manuela Morrone, e arriva su richiesta dei Sostituti Procuratori Giorgio Panucci e Salvatore Rossello (quest’ultimo oggi trasferito ad altro Ufficio).

L’esecuzione dei provvedimenti oltre al personale dalla Postale e delle Comunicazioni di Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia, sta vedendo il coinvolgimento dei Commissariati di Siderno, Gioia Tauro, Polistena e dei Reparti Prevenzione Crimine di Vibo Valentia e Siderno.

(aggiornata alle 08:45)