Un frantoio moderno per ottenere un olio evo di qualità: se ne è discusso nel webinar di Triecol
La lavorazione in frantoio per ottenere olio evo di qualità. Se ne è parlato nel webinar dello scorso 24 gennaio del progetto Triecol relativo al trasferimento delle innovazioni in agricoltura e sviluppo ecosostenibile per un’olivicoltura di qualità, promosso dal Crea OFA, Centro di ricerca olivicoltura, frutticoltura e agrumicultura sede di Rende e finanziato dal Feasr, misura 1 - sottomisura 01.02.01. “Sostegno per progetti dimostrativi e azioni di informazione”, del PSR Calabria 2014/2020 (Reg. Ue 1305/2013). Argomento centrale del webinar, il ruolo del frantoiano e quello dell’innovazione tecnologica al fine di ottenere un olio evo di qualità. Fattori necessari per un legame costante tra il mondo della ricerca e quello degli imprenditori e degli addetti ai lavori, costituisce lo scopo prioritario del progetto Triecol, illustrato nei particolari da Elena Santilli, ricercatrice del Crea Olivicoltura, Frutticultura e Agrumicultura, nonché responsabile scientifico del progetto.
Dopo i saluti istituzionali del direttore del Crea OFA di Rende Enzo Perri, Massimiliano Pellegrino del Crea, ha parlato delle tecniche di lavorazione per la produzione di un olio extravergine d’oliva di qualità, sottolineando l’importanza dell’adesione alle produzioni a marchio europeo come dop e igp, della cura del packaging. Maria Lisa Clodoveo, docente del dipartimento interdisciplinare di Medicina Uniba, ha discusso invece proprio del ruolo del frantoiano e del suo “saper fare” che, insieme all’innovazione tecnologica, sono gli artefici della qualità dell’olio, dalla resa e delle caratteristiche sensoriali, a partire proprio dalle olive. Clodoveo ha anche evidenziato come sia necessario un cambiamento del linguaggio: “non si deve infatti parlare di “estrazione”, - ha detto - che sottintende un’operazione ad opera di un macchinario, ma di “elaborazione” che fa invece riferimento al contributo di chi governa il processo”. Inoltre, è stato sottolineato che “è fondamentale evidenziare le virtù salutistiche dell’olio evo, anche sull’etichetta, in modo da farla diventare una vera e propria leva di marketing”.
Giorgio Mori, di Mori Tem Srl, ha approfondito il tema dell’innovazione tecnologica nell’industria olearia, spiegando che “il frantoiano moderno capace di governare l’intero processo che riguarda l’olio evo si chiama “oleotecnico” e che il futuro della tecnologia olearia sta nel migliorare tutti i passaggi che mettono a repentaglio la qualità dell’evo, nel miglioramento dell’efficienza energetica, nella riduzione dell’uso di acqua e quindi di reflui, nell’automazione della pulizia”.
In chiusura, Walter Placida dell’omonimo oleificio ha spiegato l’importanza di conoscere ed utilizzare al meglio le macchine di ultima generazione per ottenere ampi margini di miglioramento nella produzione olearia; mentre Edoardo Giudiceandrea del frantoio Madre Terra, ha chiarito che per far conoscere al meglio al consumatore finale le caratteristiche dell’olio evo bisogna valorizzare il terroir e le peculiarità delle zone di produzione.
Nel prossimo incontro del progetto Triecol in programma per il pomeriggio di lunedì 7 febbraio, si affronterà un altro argomento relativo alla filiera olivicolo-olearia, il profilo e la caratterizzazione del suolo per un’olivicoltura specializzata.