Tamponi rapidi, centinaia le irregolarità: Nas chiudono cinque farmacie nel reggino
Nel corso dell'ultimo mese il Nucleo Anti Sofisticazione dei Carabinieri ha effettuato numerosi controlli in tutta Italia nei punti di prelievo per tamponi rapidi, così da accertare la corretta esecuzione dei test ed evitare il fenomeno dei cosiddetti falsi positivi: cioè non sempre un errore dei tamponi, bensì un sistema rodato che permette di ottenere dei green pass da guarigione evitando così la vaccinazione.
Il sistema è molto semplice: un soggetto già risultato positivo al coronavirus si reca presso una farmacia con la tessera sanitaria di un’altra persona, un no-vax, facendolo risultare positivo a sua volta e garantendogli il certificato verde al termine del periodo di quarantena.
Scoperto questo metodo, i militari hanno intensificato i controlli su farmacie, centri di analisi e punti di prelievo, svolgendo ben 1.360 verifiche in tutta Italia.
Scoperte 282 violazioni in 170 attività (il 12,5% del totale). Nella maggior parte dei casi è stato constatato l'utilizzo di tamponi e reagenti irregolari ed inattendibili; la mancata identificazione e registrazione dei soggetti sottoposti a test.
Ed ancora, comunicazioni irregolari sulla piattaforma sanitaria; l’impiego di figure non qualificate, in alcuni casi addirittura sprovviste di green pass; lo svolgimento dei test in ambienti inidonei o in locali promiscui senza autorizzazione regionale.
Sono stati così sospesi 21 punti di prelievo nelle province di Campobasso, Cagliari, Parma e Reggio Calabria. In Calabria l'attività ha coinvolto cinque farmacie (una nel capoluogo, una a Rosarno, una a Villa San Giovanni, una a Gioia Tauro ed una a San Martino di Taurianova), due delle quali effettuavano i tamponi nell'androne di un condominio in condizione di promiscuità, mentre in un altro caso i test venivano effettuati nella stessa farmacia tra i clienti in fila.
Sequestrati 677 kit per tamponi rapidi non idonei e 650 confezioni di medicinali defustellati, assieme a ben 25.300 mascherine irregolari. Identificati inoltre 18 operatori che stavano svolgendo attività lavorativa senza il green pass.