Sardella. Ferrara (M5s): “si va verso la futura commercializzazione del pescato”
«Riprende anche quest’anno la campagna sperimentale per la pesca della sardella. Un risultato positivo che vede la luce dopo lunghe interlocuzioni con il Ministero delle Politiche Agricole, Forestali e della Pesca». L’eurodeputata Laura Ferrara, ripercorre l’iter che ha portato, oggi, la Regione Calabria ad avviare la seconda campagna sperimentale di pesca.
«Già a febbraio 2019, infatti, sollecitavo all’allora Ministro Centinaio, la possibilità di avviare ulteriori campagne di pesca sperimentale riguardanti anche il novellame di sardina (Sardina pilchardus) ed altre specie ittiche. Oggi questo è possibile e mi auguro che già dal prossimo anno si possa iniziare con la pesca della sardella anche per fini commerciali pur rispettando, grazie appunto a queste campagne di sperimentazione, l’ecosistema marino. Le campagne di pesca sperimentale sono infatti finalizzate a raccogliere dati scientifici da utilizzare per la redazione dei Piani di gestione nazionali, i quali consentirebbero, in modo regolamentato, tipologie di pesca che altrimenti ricadrebbero in divieti stabiliti dalla normativa europea. Un percorso che consentirebbe un modello di pesca sostenibile -spiega la Ferrara- con ricadute positive sull’intero comparto, salvaguardando nel contempo produzioni tipiche e il Made in Italy, rispetto delle norme, dell’esigenza di conservazione e di gestione degli stock ittici nonché degli interessi dei pescatori italiani. Inoltre valorizzerebbe e tutelerebbe il ruolo della piccola pesca artigianale».
«Ciò contribuirà, in parte, a dare sollievo alle difficili condizioni socio-economiche in cui versano le attività produttive delle imprese ittiche operanti sul territorio calabrese già da tempo, difficoltà acuite ulteriormente con la pandemia. In questa regione esistono dei tradizionali prodotti di eccellenza e di nicchia (es. “sardella” e/o “rosamarina”) la cui materia prima, un tempo pescata interamente nei mari circostanti, viene sovente sostituita dal pesce ghiaccio importato dalla Cina. In tal modo, i divieti imposti dalla normativa europea e la mancanza di Piani di gestione riguardanti determinate attività di pesca, finiscono per penalizzare irrimediabilmente una produzione locale unica, facente parte di un patrimonio culturale ed alimentare di inestimabile valore e che potrebbe rappresentare una fonte di ricchezza per un’intera regione».
«La richiesta di sperimentazione accolta poi dal Ministero e attuata dalla Regione Calabria - conclude Laura Ferrara- va nella direzione di attenuare i problemi e le conflittualità delle marinerie derivanti anche dal Reg. (CE) n. 1967/2006, sostenendo invece le eccellenze del Made in Italy e la piccola pesca con concreti aiuti, da completare con la riconsiderazione in sede europea, con idonei strumenti, dei vincoli e delle direttive impartite al settore. Modifiche regolamentari necessarie, sulle quali sin dal mio insediamento al Parlamento europeo insisto con apposite interrogazioni alla Commissione europea».