Insediato il tavolo di lavoro regionale contro il caporalato
Si è svolto il primo incontro del tavolo di lavoro regionale di contrasto al caporalato, all’intero del progetto Supreme, convocato dall’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Calabria guidato da Tilde Minasi. La riunione, svolta da remoto, ha visto tra i vari partecipanti coinvolti anche le Federazioni regionali Confederali del comparto agricolo.
“L’incontro - ha spiegato l’assessora Minasi al termine dei lavori - è servito a fare un’ampia e proficua ricognizione delle azioni in cui sono impegnati i diversi attori del territorio, allo scopo di avviare uno scambio di informazioni, know-how ed esperienze, così da realizzare un approccio sistemico in grado di guardare non solo al contrasto del caporalato, ma anche all’integrazione socio-economica degli immigrati regolari”.
“La costituzione del tavolo – ha concluso Minasi – rappresenta solo il primo step di una serie di iniziative specifiche: in particolare, come Regione, abbiamo individuato delle tematiche sulle quali, nelle prossime settimane, si terranno sei incontri ad hoc. L’avvio di questi ulteriori percorsi di confronto sarà dedicato ad approfondire la conoscenza dei territori in cui è maggiormente presente il fenomeno del caporalato, per arginare il quale stiamo mettendo in campo risorse, attenzione, e competenze al fine di fornire risposte e superare criticità che non possono rimanere tali”.
I Segretari Generali di Fai Cisl e Uila Uil, Michele Sapia e Nino Merlino e la Segretaria Flai Cgil Caterina Vaiti, al termine dell’incontro hanno dichiarato: “Quella di oggi è stata un’importante e positiva occasione di confronto. Apprezziamo la sensibilità dimostrata dell’Assessore regionale alle politiche sociali, l’incontro odierno rappresenta un primo passo per rendere questo tavolo regionale un luogo di confronto permanente, un concreto strumento a sostegno del lavoro agricolo ben retribuito”.
“Nel corso della riunione abbiamo ribadito l’importanza dell’attività di prevenzione prevista dalla legge 199 del 2016 e la necessità di socializzare l’idea di elaborare un apposito Protocollo regionale contro il caporalato e lo sfruttamento del lavoro in agricoltura, prevedendo il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati. Le attività di prevenzione, il confronto e la contrattazione sono condizioni basilari per promuovere il lavoro agricolo di qualità sennonché aspetti cruciali nel contrasto ai circuiti illegali di reperimento della manodopera agricola e ai meccanismi di ghettizzazione che colpiscono i lavoratori agricoli in Calabria”.
È necessario puntare sulla comunicazione e sull’informazione, incentivando l’adesione delle aziende agricole calabresi alle Rete del lavoro agricolo di qualità, il cui numero è, ad oggi, troppo limitato, e istituire in tutte le realtà provinciali calabresi le sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità.
Altro punto, su cui il Tavolo di Lavoro Regionale di contrasto al Caporalato, può dare un notevole contributo è la ricerca condivisa di soluzioni e progetti rispetto alle problematiche legate al trasporto e all’alloggio dei lavoratori agricoli stagionali, favorendo convenzioni tra Comuni, soggetti privati e parti datoriali e l’impiego di immobili demaniali, come quelli confiscati alla criminalità e nuovi progetti abitativi conformi alle norme di legge, sicurezza e rispettosi dell’ambiente”.
“Il caporalato si contrasta più efficacemente attraverso un sistema capace di garantire lavoro contrattualizzato che crea reddito buono; pertanto, sarà strategico sul territorio coinvolgere anche gli Enti Bilaterali agricoli per favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro”.
“Come ogni battaglia di civiltà - concludono Sapia, Vaiti e Merlino - la capacità di ostacolare in modo netto lo sfruttamento del lavoro nel settore agricolo e agroalimentare calabrese è direttamente proporzionale alla capacità di agire in sinergia, facendo rete e coinvolgendo tutti soggetti del settore primario”.