Rincari, Federconsumatori: “Calabresi spenderanno oltre 2 mila euro in più all’anno”
"Atteso che nel primo anno della pandemia il Pil pro-capite nazionale ha registrato un balzo all’indietro del -8.9% (-8,6% nel Mezzogiorno) e che i dati Istat territoriali 2020 fotografavano differenze marcate per regione (Calabria 16.400 euro contro la media del Nord-Ovest di 34.100 euro), l’incidenza degli aumenti che sarà uguale per tutti non avrà gli stessi effetti per tutti: per le famiglie del Mezzogiorno sarà più marcata rispetto al resto del Paese e si abbatterà come una scure su una spesa per i consumi già molto più bassa rispetto alla media nazionale".
È quanto spiega in un comunicato Mimma Ianello, presidente di Federconsumatori Calabria, che stima un rincaro nelle spese dei calabresi che può raggiungere i 2.355 euro.
"A ciò vanno aggiunti per la Calabria i dati di ulteriore flessione della base occupazionale e di ricorso a sostegni ed ammortizzatori sociali da cui deriverà un ulteriore indebolimento della tenuta dei redditi familiari che sarà ancora più marcata per le donne che subiscono forti differenze retributive e pensionistiche" prosegue Iannello. "L’impatto degli aumenti sarà perciò diverso fra le diverse aree del Paese: stante la proiezione dei rincari fotografata da Federconsumatori, l’ondata di aumenti peserà per il 14,36% sul Pil pro capite della Calabria contro ad esempio, l’incidenza media del 6,9% nelle regioni del Nord Ovest o del 5,3% nella provincia autonoma di Bolzano".
"Aumenti che minano la già precaria tenuta dei bilanci delle famiglie e che per i Calabresi avranno effetti devastanti. Ancor più per i lavoratori pendolari a cui si aggiungeranno i maggiori costi del carburante" viene specificato. "A fronte della virulenza dell’impennata dei prezzi e delle differenziazioni sociali e territoriali che acuiranno ogni diseguaglianza, Governo, Regione ed Enti Locali devono attivare ogni leva possibile, non solo per rilanciare gli investimenti e le reti di protezione di Welfare ma anche, per attivare misure e sostegni straordinari, calmierare i prezzi, convenire su una linea, pubblica e privata, di rateizzazioni più lunghe del costo dei servizi per limitare ricadute insopportabili sulle famiglie meno abbienti che rischiano di entrare in spirali di indebitamento, morosità o rinuncia di beni e servizi essenziali, a partire dalle cure sanitarie a pagamento a cui costrette per i lunghi tempi d’attesa del SSR su cui occorre urgentemente intervenire per assicurare il diritto di cura ad ogni cittadino".
"Insomma una congiuntura grave e inattesa dopo lo spiraglio di uscita dalla pandemia che richiede oggi misure urgenti e straordinarie per assicurare la tenuta di famiglie, imprese ed amministrazioni pubbliche" conclude Iannello.