In libreria “Uomini in-visibili”, saggio di Monteleone e Dambone

Calabria Attualità

Si intitola “Uomini in-visibili” il nuovo libro di Ludovica Monteleone e Carmelo Dambone. Il saggio, disponibile nelle librerie da mercoledì 23 marzo, analizza i flussi migratori nel Mediterraneo centrale

Il libro, edito da FrancoAngeli e scritto dallo piscologo clinico e forense, e dalla cooperante e operatrice nel terzo settore, ha la prefazione curata da Sergio De Caprio, alias “Capitano Ultimo”, analizza i processi legati all’immigrazione nell’area del Mediterraneo centrale.

Il soccorso in mare di migranti e rifugiati è diventato uno dei temi più caldi del dibattito nazionale e internazionale che in questi anni ha coinvolto istituzioni, rappresentanti politici e della società civile, i quali si sono trovati a ricoprire posizioni nettamente contrastanti nella definizione di modalità di intervento risolutive.

L’Unhcr ha contato almeno cento milioni di persone in movimento nel contesto delle migrazioni forzate, che l’European Migration Network definisce come “movimenti migratori caratterizzati da elementi di coercizione derivati da calamità naturali o da cause umane, comprese le minacce alla vita e al sostentamento”.

Le rotte di mare hanno attirato dunque l’attenzione per via della loro peculiarità e delle difficoltà riscontrate nel riuscire a garantirne una gestione e un controllo efficaci. A seconda dei casi, la narrazione ha inquadrato le ong come “angeli del mare”, come “taxi del mare” o come fattore di attrazione delle migrazioni, rendendo difficoltoso fare chiarezza su quale sia stato e quale sia realmente il ruolo e il contributo delle organizzazioni non governative alla gestione dei flussi migratori.

La trasposizione mediatica degli eventi e la strumentalizzazione dei fatti hanno stimolato nell’opinione pubblica la nascita di sentimenti di ostilità e chiusura nei riguardi delle organizzazioni umanitarie operative in mare, non solo a causa della carenza di un sistema di ricezione e accoglienza efficiente sul territorio ma anche della mancanza di una comunicazione coerente e consapevole su quegli argomenti.

Il libro si propone quindi di indagare anche l’estensione del condizionamento mediatico e di verificare il potere dell’esperienza personale quale garanzia contro il pregiudizio e la paura a priori.