“Sistema Rende”. Presunti intrecci con la cosca: assolti Principe, Bernaudo, Ruffolo e Gagliardi
Assolti Sandro Principe, Umberto Bernaudo, Pietro Paolo Ruffolo e Giuseppe Gagliardi. Questa la decisione del Tribunale di Cosenza (Presidente Antico, Vigna e Granata a latere) al termine del processo scaturito dall’indagine “Sistema Rende” (QUI), che avrebbe dovuto disvelare dei presunti rapporti tra esponenti della cosca Lanzino-Ruà ed alcuni politici.
L’operazione, chiamata all’epoca “The system”, scattò nel marzo del 2016 (QUI). Secondo la Dda di Catanzaro vi sarebbe stato un presunto “intreccio politico-mafioso” che avrebbe consentito a candidati a varie tornate elettorali per il rinnovo del Consiglio Comunale di Rende (tenutesi dal 1999 e fino al 2011), oltre che per il Consiglio Provinciale di Cosenza (del 2009) e del Consiglio Regionale della Calabria (del 2010), di ottenere l’appoggio elettorale da parte di personaggi di rilievo del clan, già tutti definitivamente condannati per associazione mafiosa, in cambio di “condotte procedimentali amministrative di favore contrarie ai doveri d’ufficio”.
In pratica, l’ipotesi era che vi fosse stato un collaudato “sistema” ultradecennale con al centro l’Amministrazione comunale di Rende: il riferimento degli inquirenti fu all’affidamento in gestione di locali pubblici comunali a beneficio di personaggi ritenuti appartenenti alla cosca; all’assunzione presso la “municipalizzata” che si occupava della gestione dei servizi comunali di soggetti a loro volta considerati intranei o contigui al gruppo criminale; ma anche al mancato licenziamento di alcuni di questi a seguito di condanne e alla promessa dell’erogazione di fondi pubblici per finanziare una cooperativa creata ad hoc da un personaggio di vertice della cosca e che doveva gestire l’area mercatale di Rende.
Tornando al processo, a gennaio scorso il pubblico ministero Pierpaolo Bruni aveva chiesto la condanna per tutti: in particolare a 9 anni per l’ex sindaco di Rende ed ex assessore regionale; a 8 anni per Bernaudo; 7 anni e mezzo per Ruffolo; e a 2 anni per Gagliardi (QUI).
Principe era difeso da Franco Sammarco, Paolo Sammarco e Anna Spada; Bernaudo da Francesco Calabrò; Pietro Paolo Ruffolo da Franz Caruso e Francesco Tenuta; Gagliardi da Marco Amantea.