Giugno, il Wwf rinnova l’appello: proteggiamo le spiagge delle tartarughe e del fratino
Il mese di giugno è un momento molto importante per il mondo della ricerca scientifica e della conservazione di una specie protetta, la Tartaruga marina, meglio noto come Caretta caretta che, proprio a partire da questo mese, inizia a deporre le uova sui lidi calabresi, con un incremento, registrato negli ultimi anni, tale da consolidare il primato per le coste dell’Italia Peninsulare già accertato negli anni passati grazie alle ricerche del Dipartimento di Ecologia dell’Università della Calabria.
Da giugno e fino ad agosto infatti, le tartarughe marine si portano nottetempo sulle nostre spiagge per scavare una buca, deporre le uova e ritornare in mare, affidando alla sabbia l’incubazione delle stesse fino al momento delicatissimo della schiusa, dopo circa 50-60 giorni.
Il successo o meno della riproduzione dipende dunque da diversi fattori, specialmente quelli legati alla presenza e alle attività dell’uomo nel periodo estivo.
Primo fra tutti l’uso di mezzi meccanici, quali ruspe, trattori ecc. per la “pulizia delle spiagge” che, oltre a impedire di fatto la ricerca delle caratteristiche tracce e l’individuazione del nido per la sua messa in sicurezza, rischia seriamente di distruggere lo stesso nido compromettendo così la sopravvivenza della specie in futuro.
Ma le spiagge sono l’habitat prescelto per la nidificazione anche di due specie di piccoli uccelli, il Fratino e il Corriere piccolo che, al pari della tartaruga, sono minacciati dalle stesse attività che stravolgono le spiagge all’inizio della stagione balneare e, con esse, la straordinaria flora mediterranea propria degli ambienti sabbiosi, a cominciare dal raro Giglio di mare.
Il Fratino, in particolare è una specie ormai sempre più rara (tra 1300 e 2000 coppie in tutta Italia) proprio a causa dei pericoli che ne minacciano la cova e la sopravvivenza dei pulcini. Oltre alla pulizia meccanica delle spiagge già citata, da non sottovalutare l’uso di mezzi fuoristrada (Jeep, moto da cross, quad) la distruzione e la riduzione degli habitat.
Il WWF, come ogni anno, invita pertanto tutti gli operatori del settore turistico-balneare a rispettare alcune semplici norme per consentire la sopravvivenza di tre specie di animali che hanno bisogno solo di un tratto di spiaggia per vivere e riprodursi.
L’associazione consiglia quindi di procedere manualmente e con l’uso di rastrelli alla pulizia delle spiagge, prestando attenzione alla eventuale presenza delle caratteristiche tracce che il rettile marino lascia sulla sabbia prima e dopo la deposizione delle uova e al nido di fratino, con le uova mimetiche deposte direttamente sulla sabbia.
L’adozione simbolica del nido di Tartaruga marina e la sua tutela da parte dei gestori del lido, oltre a rappresentare un esempio di civiltà e di rispetto per la natura, costituirà senz’altro un elemento di valorizzazione turistica del luogo, vista la straordinaria curiosità e l’attenzione che ogni volta un evento del genere riesce a suscitare tra la gente, senza distinzione di età.
Anche quest’anno il WWF, come ideale prosecuzione del lavoro svolto negli anni passati nell’ambito del progetto “TartAmar”, ha lanciato la sua campagna per il monitoraggio e la tutela dei nidi di Caretta che vedrà i suoi volontari impegnati in ampi tratti costieri della regione, sotto la supervisione scientifica del prof. Toni Mingozzi del DIBEST dell’Unical.