Omicidio di ‘ndrangheta nel Torinese, nuove prove riaprono cold case di 18 anni fa
Due persone - Paolo Alvaro, 57enne originario di Sinopoli, e Giuseppe Crea, 54enne di Rizziconi , entrambe pregiudicate e ritenute affiliate alla ‘ndrangheta, il secondo già detenuto a Parma - sono state arrestate stamani su ordine del Gip del Tribunale di Torino.
Gli indagati sono ritenuti difatti gravemente indiziati dell’omicidio di Giuseppe Gioffrè, all’epoca 77enne ed originario di Sant’Eufemia d’Aspromonte, che venne ammazzato una domenica pomeriggio di 18 anni fa, era l’11 luglio del 2004, nei giardini di via Mezzaluna a San Mauro Torinese, dove risiedeva all’epoca.
La vittima - fuggita dalla Calabria nel 1972, al tempo di una sanguinosa faida locale - era seduta su una panchina quando i killer gli esplosero contro cinque colpi d’arma da fuoco, uno dei quali lo attinse mortalmente.
Le indagini eseguite al tempo dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Torino fecero ritenere che dell’omicidio di Gioffrè fosse responsabile Stefano Alvaro, poi condannato in via definitiva a 21 anni di reclusione, membro di un gruppo di fuoco composto da almeno altri due complici rimasti però sconosciuti.
Successivi accertamenti tecnico-scientifici eseguiti dal Ris di Parma nel maggio del 2021, grazie alla disponibilità di nuove attrezzature informatico-dattiloscopiche, su alcuni reperti ritrovati allora nei pressi dell’autovettura bruciata usata per commettere il delitto, hanno portato infatti ad individuare dei nuovi elementi indiziari.
Elementi che, ovviamente, sono stati riscontrati con una specifica attività investigativa portando così ad identificare gli altri presunti componenti del gruppo di fuoco che avrebbero partecipato all’omicidio.
Assassinio il cui movente, almeno secondo gli inquirenti, sarebbe da ricondurre ad una faida risalente agli anni ’60, quando Gioffrè, a conclusione di una disputa per ragioni commerciali, uccise due esponenti della cosca Dalmato-Alvaro.