Omicidio Arimare, arrestato il latitante Francesco Luppino

Reggio Calabria Cronaca

È stato arrestato nella notte appena trascorsa, Francesco Luppino, 35enne latitante che era ricercato per omicidio e tentato omicidio in concorso, detenzione e porto illegale di arma da fuoco. Insieme all’uomo sono finite in manette anche altre cinque persone accusate di favoreggiamento personale.

Sul latitante, ritenuto dagli inquirenti “pericoloso”, grava una ordinanza di applicazione della misura cautelare che è stata emessa dal Tribunale di Palmi, nel reggino, il 6 settembre del 2013. Luppino è considerato il responsabile, insieme ad altri, dell’omicidio di Giuseppe Arimare (62enne di Sant’Eufemia d’Aspromonte) e del ferimento di Bernardo Princi (40 enne di Delianuova) e genero della vittima; episodio avvenuto a Sant’Eufemia d’Aspromonte il 2 settembre del 2013. L’arresto del ricercato è stato effettuato dagli uomini del Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria.

Arimare, che era titolare di un ristorante, venne freddato con un colpo d’arma da fuoco in pieno pomeriggio nei pressi del suo locale, ilDonna Iolanda”. Due giorni dopo dal fatto criminoso i militari di Palmi, fermarono tre persone considerate responsabili a vario titolo dell’omicidio della vittima e del ferimento del genero: si tratta di Raffaele Surace, di 53 anni, Francesco Laurendi e Stefano Luppino entrambi di 22 anni, tutti originari di Santa Eufemia d’Aspromonte.

Per gli inquirenti i tre avrebbero fatto parte della spedizione punitiva durante la quale vennero aggredite brutalmente le due vittime all’interno del maneggio annesso al ristorante e dopodiché Arimare fu ucciso con un colpo sparato a distanza ravvicinata. Il movente sarebbe stato riconducibile al presunto furto di un vitello. I tre arrestati, interrogati dal Sostituto Procuratore della Procura di Palmi, Francesco Ponzetta, e dai Carabinieri raccontarono allora una versione dei fatti che non era dissimile alla ricostruzione effettuata degli inquirenti. L’arma del delitto venne ritrovata grazie alle indicazioni fornite da Surace.


I DETTAGLI DEL “BLITZ”

14:28 | Le indagini per risalire al latitante dono durate quasi un anno e mezzo ed hanno comportato un notevole dispendio d’energie ed impiego di uomini. Sono state condotte sia con mezzi tecnologici, quali intercettazioni telefoniche ed ambientali, pedinamenti elettronici a mezzo di localizzatori e, naturalmente, con indagini di tipo tradizionale, quali “appiattamenti”, osservazioni e pedinamenti, il tutto unito all’acume investigativo e alla determinazione e motivazione dei militari che hanno individuato una zona dove i presunti favoreggiatori del ricercato si sono recati diverse volte.

Visti i risultati raggiunti, i carabinieri hanno deciso di finalizzare le indagini collocando delle pattuglie con lo scopo di osservare l’obbiettivo. Dopo alcuni giorni, durante la notte scorsa, i Carabinieri hanno notato un’autovettura in uso ad uno dei presunti fiancheggiatori di Luppino mentre si parcheggiava in una strada poco distante. Dall’auto sono usciti due uomini poi entrati all’interno di una delle abitazioni che gli investigatori ritenevano essere il rifugio. Circondata l’abitazione, alle ore 22.30 è scattata l’irruzione. Alcuni degli occupanti e lo stesso Luppino avrebbero tentato di fuggire ma senza risultato dato che la zona era stata accuratamente cinturata.

All’interno dell’abitazione, sono stati così identificati Domenico Trimarchi (23 anni) e Antonino Laurendi (18 anni), entrambi parenti del latitante; Mimma Corsaro (40), Rosy Curatola (18) e Francesco Curatola (55) che erano gli utilizzatori dell’immobile.

I cinque avrebbero fornito appoggio, sia fisico che materiale, al latitante che è così riuscito, fono ad oggi, a non essere rintracciato. Nel corso dell’operazione e durante la perquisizione domiciliare, sono state ritrovate e sequestrate armi e munizioni, riconducibili a Francesco Curatola; in particolare: 1 fucile sovrapposto cal.12 privo di marca e matricola; 50 cartucce per fucile cal.12; 1 pistola semiautomatica cal.7.65 marca “Regina” con matricola abrasa munita di caricatore; 25 cartucce cal.7.65; 1 carabina ad aria compressa marca Gamo.

Antonino Laurendi, Domenico Trimarchi, Mimma Corsaro e Rosy Curatola sono stati sottoposti ai domiciliari mentre Francesco Luppino e Francesco Curatola sono stati associati presso la casa circondariale di Reggio Calabria (RC).

Le indagini sono state condotte dalla Compagnia Carabinieri di Palmi in sinergia con la Procura della Repubblica di Palmi, coordinate dal Procuratore Emanuele Crescenti e dal Sostituto Procuratore Francesco Ponzetta.