Scarcerato due volte in due mesi: “fine pena”, torna libero il presunto boss Domenico Paviglianiti

Reggio Calabria Cronaca
Domenico Paviglianiti

Era tornato libero l’8 agosto scorso, per una “violazione dei patti di estradizione”, Domenico Paviglianiti (QUI), 58enne presunto “boss” della ‘ndrangheta condannato all’ergastolo, ma che di fatto avrebbe scontato 23 anni di reclusione, ed accusato di sette omicidi e altri tre tentati avvenuti durante la guerra di mafia tra le cosche Trovato-Flachi e Batti.

Il giorno dopo, il 9 di agosto, era stato però arrestato nuovamente, a Novara, e riportato in carcere, su segnalazione della Procura Generale di Reggio Calabria (QUI).

Ma per la seconda volta in poco in poco più di due mesi e mezzo, il presunto capo dell’influente clan di San Lorenzo e Melito Porto Salvo (che vanta anche ramificazioni in Lombardia), è stato di nuovo scarcerato.

La motivazione è per fine pena, ritenendo abbia espiato completamente la condanna inflittagli. In pratica Paviglianiti era stato catturato nel 1996, in Spagna, e poi estradato nel nostro paese tre anni dopo, nel 1999.

Nei mesi scorsi la sua condanna al carcere a vita era stata sostituita con 30 anni reclusione, dopo che - come scrive il Corriere della Sera - è stata accolta dal Gip un’istanza di liberazione presentata dal suo legale. Secondo l’agenzia Ansa, la Procura di Bologna avrebbe però già fatto ricorso in Cassazione.