‘Ndrangheta: blitz contro le cosche dell’alto Ionio reggino, 16 arresti

Reggio Calabria Cronaca

Blitz dei Carabinieri e della Polizia di Stato di Reggio Calabria contro le cosche di ‘ndrangheta dell’alto Ionio reggino. I militati e gli agenti stanno eseguendo in queste ore sedici ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal GIP di Reggio, nei confronti di altrettanti affiliati alle cosche Ruga-Leuzzi-Vallelonga, che operano nei comuni di Monasterace, Caulonia, Stilo, Riace e Stignano.

Vengono contestati, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, detenzione di armi da fuoco, omicidi, intestazione fittizia di beni ed altro. L’inchiesta è coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà presso la Procura della Repubblica di Reggio Calabria alle 11 di stamani.


Ore 11:00 | TRA I FERMATI I PRESUNTI KILLER DI DAMIANO VALLELUNGA

Tra i sedici arrestati nell'ambito del blitz di carabinieri e polizia contro le cosche di 'ndrangheta dell'alto jonio reggino, vi sono anche i presunti assassini di Damiano Vallelunga, il 52 enne ritenuto il boss dell'omonima cosca di Serra San Bruno, nel vibonese, freddato nel corso di una sparatoria davanti al Santuario dei santi Cosimo e Damiano, a Riace nel reggino, la domenica mattina del 27 settembre 2009. Fu quell'omicidio ad accendere la nuova "faida dei boschi", nome col quale è stata battezzata l'operazione odierna coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. Contestualmente le forze dell'ordine stanno eseguendo anche due sequestri a carico di due imprese.


ore 11:45 | I DETTAGLI

L’operazione di oggi arriva a conclusione di una complessa ed articolata attività d’indagine, avviata dai carabinieri e dal personale della Polizia di Stato di Reggio Calabria, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, nei confronti di elementi considerati “di spicco dell’associazione mafiosa denominata ’ndrangheta, operante sul territorio della Provincia di Reggio Calabria, sul territorio nazionale ed estero costituita – sostengono gli inquirenti - da molte decine di “locali, articolate in tre mandamenti e con organo di vertice detto Provincia ed, in particolare, appartenenti all’articolazione territoriale denominata cosca Ruga- Leuzzi-Vallelonga”, operativa nel comprensorio di Monasterace e nella “Locale” di Caulonia nonché nei comuni limitrofi di Stilo, Riace e Stignano. I 16 soggetti destinatari del provvedimento sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, detenzione di armi da fuoco, omicidi, tentati omicidi, intestazioni fittizie di beni ed altro.

Alcuni indagati sono, infatti, ritenuti responsabili “di avere programmato, in concorso tra di loro, e dato esecuzione, con ruoli diversi – scrivono gli investigatori - all’omicidio commesso nel comune di Riace (Reggio Calabria, ndr)” il 27 settembre del 2009, ai danni di Damiano Vallelunga … pregiudicato per associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, rapina e ritenuto il capo della omonima ‘ndrina detta anche dei “Viperari”, operante nel comprensorio di Serra San Bruno nonché ad alcuni tentati omicidi tra i quali quello commesso nel comune di Monasterace (il 19 giugno 2010, ndr), nei confronti di Enzo Cavallaro.

GLI ARRESTATI | Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse nei confronti dei quattro figli del defunto Giovanni Vallelonga, ovvero: Agostino Vallelonga, 39enne di Caulonia, residente a Fabrizia (Vibo Valentia); Bruno Vallelonga, 43enne di Caulonia residente in Monasterace; Luigi Vallelonga, 36 enne di Caulonia e Piero Vallelonga, 39 anni.

Inoltre sono stati arrestati: Renato Comito, nato a Caulonia il 29 ottobre del 1953 e cognato di Giovanni Vallelonga; Cosimo Franzè, nato a Locri il 22 novembre del 1965 (Genero di Giovanni Vallelonga); Vincenzo Franzè, nato a Locri il 27 marzo 1992 (figlio di Cosimo e di Antonietta Vallelonga); Antonio Leuzzi, nato a Catanzaro il 16 aprile 1985 (figlio di Giuseppe Cosimo); Domenico Ruga, nato a Locri il 23 novembre 1977; Vincenzo Gallace, nato a Guardavalle il 27 marzo 1947, al momento detenuto; Cosimo Giuseppe Leuzzi, nato a Stignano (RC) il 6 ottobre 1954; Cosimo Spatari, nato il 26 settembre 1961 a Mammola (RC); Luca Spatari, nato a Siderno (RC) il 31 ottobre 1985, residente a Riace (figlio di Cosimo); Angelo Natale Misiti, nato Locri (RC) il 6 dicembre 1970; Salvatore Papaleo, nato a Monasterace il 5 febbraio 1972; Andrea Sotira, nato a Moncalieri (Torino) il 9 settembre 1978 e residente a Stignano (RC).

L’ATTIVITÀ INVESTIGATIVA avrebbe permesso di registrare l’insorgenza improvvisa, a partire dalla seconda metà del 2009, “di una escalation di eventi sanguinosi particolarmente allarmanti che ha trovato il suo momento iniziale” nell’omicidio di Damiano Vallelunga, “segnalando, con un seguito di altri delitti consimili - scrivono gli inquirenti - l’insorgenza di contrasti violenti nell’ambito della criminalità organizzata collocata a cavallo fra le province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Catanzaro e l’esigenza di riassetto degli equilibri sponsorizzata da personalità criminali allarmanti per il loro trascorso giudiziario quali Cosimo Giuseppe Leuzzi, Vincenzo Gallace e dal defunto Andrea Ruga, tutti ritenuti ai vertici delle omonime ‘ndrine attive in queste province”.

Successivamente all’omicidio del “boss dei viperari” Damiano Vallelunga “si sono, infatti, verificati, nei territori a cavallo delle province di Reggio Calabria e Catanzaro una serie di omicidi che hanno coinvolto, con alternanza, i contrapposti cartelli criminali, prova evidente – sostengono gli investigatori - che gli omicidi erano la conseguenza dello scatenarsi di una sanguinosa faida apertasi proprio con l’eliminazione di Damiano Vallelunga”.

Le indagini condotte congiuntamente dalla Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri si sono avvalse di intercettazioni “intraprese massicciamente a carico dei familiari e dei soggetti, comunque, vicini a Giovanni Vallelonga, il secondo dei morti eccellenti di tale faida”, accompagnata da una attività di controllo sul territorio nonché della collaborazione con la Giustizia di Antonio Belnome, presunto affiliato alla “Locale” di Seregno in Lombardia e riconosciuto killer dell’omicidio, commesso il 14 luglio 2008, in localita San Vittore Olona, di Carmelo Novella, capo della “Lombardia” e ai vertici della “Locale” di Guardavalle (CZ).

Le dichiarazioni del collaboratore di Giustizia Belnome, riscontrate da questi Uffici investigativi, avrebbero fornito “utili elementi sulla composizione soggettiva della struttura criminale Ruga-Leuzzi-Vallelonga e sull’identificazione dei responsabili materiali e morali di alcuni degli episodi di sangue citati”. In altre parole, gli organi inquirenti hanno fatto piena luce sulla cosiddetta Faida dei Boschi che ha visto fronteggiarsi agguerrite organizzazioni ‘ndranghetistiche attive nel territorio dell’alto versante jonico della provincia di Reggio Calabria ed, in particolare nel comprensorio dei comuni di Stilo, Caulonia, Riace, Monasterace e Stignano, tutti comuni tra di loro confinanti, territori tristemente noti alle vicende giudiziarie, perché da decenni sottomessi al controllo della criminalità organizzata che ha perpetrato, nel tempo, ogni genere di reati, dai sequestri di persona alle estorsioni, dal traffico di sostanze stupefacenti all’infiltrazione ed al controllo degli appalti pubblici, “dando vita a più riprese, in ragione dell’esigenza di predominio sul territorio, a vere e proprie faide, che hanno coinvolto intere generazioni e dalle quali sono scaturiti numerosi omicidi”.

Nei territori d’influenza della “Faida dei Boschi” si è assistito, inoltre, alla perpetrazione di atti intimidatori contro Sindaci e Amministratori locali dei Comuni interessati, “indicatori – scrivono gli investigatori - dell’intento dell’organizzazione mafiosa di imporre la propria presenza all’interno della pubblica amministrazione con il fine di condizionare la gestione della “res publica” e garantirsi, in tal modo, l’accaparramento di pubblici appalti e servizi”.

Secondo gli inquirenti, inoltre, i provvedimenti restrittivi di oggi potranno prevedibilmente anticipare e prevenire eventuali atti intimidatori ed azioni omicidiarie, da parte del clan mafioso Ruga-Leuzzi-Vallelonga, nei rispettivi territori di influenza mafiosa.

NELLO STESSO PROVVEDIMENTO, inoltre, la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri di Reggio Calabria hanno provveduto al sequestro preventivo di alcune imprese operanti nel settore dell’industria boschiva, dei lavori edili e della lavorazione e vendita di materiali inerti, attività economiche attraverso le quali gli indagati, direttamente e per interposta persona, avrebbero conseguito profitti illeciti, rendendole le uniche in grado di operare nei rispettivi territori d’influenza per l’assorbimento di tutte le attività economiche che vi si sviluppavano. Si tratta, in particolare, delle seguenti aziende: “Impresa individuale Vallelonga Bruno” di Caulonia con sede in Monasterace; “Spatari S.r.l.” unipersonale, di Stignano (RC); l’“Impresa individuale Spatari Cosimo” di Mammola con sede a Placanica. Il valore di mercato delle ditte e che farebbero capo a Bruno Vallelonga (44 anni), a Cosimo Spatari (51) ed al figlio Luca (23) si aggira intorno a circa 3 milioni di Euro.