‘Ndrangheta. Minacce, violenza e abuso d’ufficio. 12 arresti nel reggino, colpito il clan Iamonte
Dodici persone sono i destinatari un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, in corso di esecuzione stamani, da parte dei Carabinieri, nell’ambito di una operazione denominata “Sipario”.
I soggetti sono ritenuti “appartenenti e contigui alla ‘ndrangheta”, in particolare alla cosca “Iamonte”, che opera a Melito di Porto Salvo, nel reggino, e nei comuni limitrofi e considerati responsabili, a vario titolo di associazione di tipo mafioso, concorso in illecita concorrenza con minaccia o violenza aggravata dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso, concorso in turbata libertà degli incanti, abuso d’ufficio e falsità materiale commessa da Pubblico Ufficiale in atti pubblici, anch’essi aggravati dall’aver favorito un sodalizio mafioso.
Maggiori dettagli saranno forniti nel corso di una conferenza che si terrà alle 10.30, presso il Comando Provinciale di Reggio Calabria, alla presenza del Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho.
h 9:42 | Diverse aziende operanti nel settore dell'edilizia e della fornitura di materiali, riconducibili alla cosca Iamonte sono state sequestrate stamani nel corso dell'operazione "Sipario". Il valore complessivo delle aziende sottoposte a sequestro preventivo è di 20 milioni di euro.
Tra gli arrestati, l'ex sindaco Giuseppe Iaria, 67 anni. Per l'ex primo cittadino, tre volte sindaco di Melito, il gip ha concesso gli arresti domiciliari. Le indagini dei Carabinieri hanno ricostruito gli intrecci tra 'ndrangheta e politica a Melito Porto Salvo, documentando il ruolo del sindaco Giuseppe Iaria, che nel corso dei suoi mandati, avrebbe curato gli interessi della cosca Iamonte.
È emerso come anche alcuni lavori manutentivi, anziché essere eseguiti ricorrendo al personale già in forza all'ente comunale, fossero affidati fiduciariamente a ditte di fatto gestite da affiliati alla cosca Iamonte, su insistenza del sindaco Iaria. Nel febbraio scorso era stato arrestato l'allora sindaco di Melito Porto Salvo Gesualdo Costantino, il suo arresto diede avvio allo scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose.
13.30
Delle 12 misure restrittive emesse dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Dda 11 sono di custodia cautelare in carcere ed una ai domiciliari. Quest'ultima riguarda l'ex sindaco di Melito Porto Salvo, Giuseppe Iaria di 67 anni. Nei confronti dell'ex primo cittadino, il gip non ha accolto l'impostazione della Procura, che contestava anche il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, non essendo stato provato un patto tra Iaria e la cosca Iamonte, che effettivamente ha appoggiato elettoralmente Iaria il quale e' stato ben tre volte sindaco del comune di Melito Porto Salvo. Nei suoi confronti, quindi l'accusa riguarda concorso in abuso d'ufficio, falsita' in atto pubblico e turbata liberta' degli incanti, tutti aggravati dall'agevolazione di una cosca mafiosa. Gli altri arrestati sono: Antonino D'Andrea, di 28 anni; Pietro Flachi di 57 anni; Vincenzo Malaspina di 57 anni; Angelo Minniti di 38 anni; Domenico Salvatore Sergi di 31 anni; Francesco Tripodi di 36 anni; Giovanni Tripodi di 41 anni; Pietro Verduci di 34 anni; Giuseppe Romeo Iaria di 33 anni; Demetrio Tripodi di 32 anni. In totale i carabinieri hanno notificato 113 avvisi di conclusione delle indagini. (AGI)
h14:56 | Le indagini svolte dai Carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria sulla cosca di 'ndrangheta Iamonte, operante a Melito Porto Salvo, sono state supportate,e negli ultimi mesi, dalle dichiarazioni di Giuseppe Ambrogio, nuovo collaboratore di giustizia, che era stato arrestato nel corso dell'operazione Ada, e dopo allora ha iniziato a collaborare. Questa volta i militari hanno percorso un cammino investigativo opposto a quello consueto. Anziché partire dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia, infatti, stavolta i militari hanno usato le dichiarazioni a riscontro di indagini già eseguite dall'Arma. Ambrogio ha raccontato molti dettagli agli inquirenti, ricostruendo perfino la nascita del "locale" di Melito Porto Salvo, prima suddiviso in tante 'ndrine quanti erano i quartieri. (AGI)