Reggio, installate le “panchine parlanti” in memoria di Paolo Borsellino
È stata inaugurata ufficialmente questa mattina nello spazio adiacente l'ingresso del Castello Aragonese la panchina dedicata al magistrato Paolo Borsellino, vittima 19 luglio del 1992, insieme a cinque agenti della sua scorta, di quella che passò alla storia come la strage di via D'Amelio di cui quest’anno ricorrono i trent’anni.
Una sobria ma partecipata cerimonia pubblica a cui hanno preso parte accanto alle massime autorità cittadine, i sindaci facenti funzionedi Comune e Città metropolitana, Paolo Brunetti e Carmelo Versace, gli assessori comunali alla Legalità e Istruzione Giuggi Palmenta e Lucia Nucera e il consigliere comunale delegato all’Arredo urbano, Massimiliano Merenda. L’installazione della panchina verde in memoria di Paolo Borsellino, resa possibile grazie all’intervento di Castore, completa l’arredo di simboli “parlanti” che occupano lo spazio ai piedi del Castello Aragonese, formando un emblematico tricolore.
“Un gesto dall’alto valore simbolico che dice tanto, ed è proprio da questi gesti che occorre ripartire per rinsaldare l’impegno comune contro la criminalità e a tutela della legalità" ha affermato a margine della cerimonia Versace. "Ed è particolarmente significativo che questo simbolo che ricorda a tutti noi il sacrificio di donne e uomini della magistratura e delle forze dell’ordine, a difesa dei valori democratici, sia stato collocato tra due istituti scolastici della nostra città, ad ulteriore testimonianza della centralità che riveste il percorso educativo e formativo rivolto alle giovani generazioni e dello sforzo costante che le istituzioni per prime sono chiamate a profondere per affermare i principi del vivere civile e il netto rifiuto del malaffare e di ogni logica del compromesso".
Carica di significati anche la frase di Borsellino incisa sulla panchina parlante, se la gioventù le negherà il consenso, anche la mafia svanirà come un incubo, ha poi evidenziato Brunetti, "ed è bello che proprio queste parole completino uno spazio pubblico particolarmente frequentato da bambini e ragazzi, formando il Tricolore, altro simbolo di cui non possiamo mai fare a meno. Queste testimonianze sono fondamentali perché rappresentano anche un segnale di speranza, che guarda alle giovani generazioni e prova a trasmettere un sentimento di rinnovata fiducia nei confronti dello Stato e al tempo stesso l’invito a cooperare e impegnarsi per difendere il bene comune e operare sempre nel rispetto delle regole".
Quello sorto in prossimità del Castello Aragonese è ormai a tutti gli effetti un largo della legalità, hanno infine rimarcato l’assessora Palmenta e il consigliere delegato Merenda, "e quest’ultima panchina parlante dedicata a Borsellino ci aiuta a ricordare anche l’importanza di parlare di quanto accaduto nella storia recente di questo Paese. Vicende drammatiche che hanno scosso le fondamenta democratiche della nazione e che devono dunque essere parte integrante dei percorsi formativi e didattici dei nostri giovani". Quello di mantenere vivo, in modo costante e tangibile, il percorso di valorizzazione della memoria collettiva, "è un preciso impegno che questa amministrazione, secondo l’indirizzo del sindaco Giuseppe Falcomatà, sta portando avanti con grande determinazione e dopo i simboli posti contro la violenza sulle donne e in memoria della lotta di Liberazione, questa terza panchina completa l’arredo parlante nel segno della legalità e del ricordo di quanti hanno pagato con la vita il loro impegno per lo Stato".