Nel libro di Capicotto storia, aneddoti ma soprattutto l’amore per il “suo” Catanzaro Calcio

Catanzaro Sport
Ferdinando Capicotto

Lo scrittore e giornalista Ferdinando Capicotto ha presentato a Montauro il libro dal titolo ‘I miei eroi – Stagione calcistica 2003-2004 dell’US Catanzaro 1929’, edito La Rondine, all’interno del Panta Festival, giunto alla seconda edizione (QUI).

L’evento - moderato da Giuseppe Ranieri - ha rappresentato un’occasione per parlare del campionato di Serie C1 vinto dai giallorossi allenati da Piero Braglia.

“Io li ricorderò sempre come i miei eroi. Avevo 14 anni e frequentavo il primo anno di Ragioneria e l’ho vissuto da abbonato nella Curva Massimo Capraro”, ha affermato l’autore raccontando di aver scritto quest’opera nel corso del lockdown.

“Ho voluto renderla mia non solo con cronache delle partite ma anche con dati statistici che danno il modo di comprendere ancora di più quanto fatto in campo da quella squadra e con le voci dei protagonisti”, ha dichiarato Capicotto.

Sollecitato da Ranieri il giovane autore ha evidenziato che per molte gare vi sono degli aneddoti che ricorda. “Sabato Santo di quell’anno il Catanzaro giocò contro la Sambenedettese e la porta sembrava stregata con Aprea che le parava tutte. Poi la sbloccò De Simone e tempo di esultare che vidi la palla ritornare in rete con quel capolavoro di Ferrigno”, e ancora: “Nella gara decisiva di Ascoli restai a casa a sentire la radio con mio cugino e quando si sentì un boato non capimmo niente. Furono secondi interminabili e quando comprendemmo che Corona aveva segnato urlammo come non mai in vita nostra”.

Lacrime ed emozione che a tratti lo stesso autore ha evidenziato di faticare a trattenere: “Il calcio non è solo uno sport. È qualcosa di più e allora se mi viene in mente il gol di Corona all’Acireale, oppure quello al Chieti mi commuovo. Per me rappresentano degli idoli, da Lafuenti a Corona, passando per Zappella, Milone, Pastone, Dei, Ascoli, Caterino, Toledo, Briano, Alfieri, Ferrigno e Morello senza voler dimenticare nessuno”.

Dal pubblico sono giunte anche delle riflessioni e degli spunti. “Quando ho scritto il libro ho rivissuto le partite e, specialmente, raccontando il momento dei gol esultavo”.

Corona o Iemmello? “Potrebbero giocare insieme perché non si pesterebbero i piedi e forse farebbero 25 gol a testa. Re Giorgio era un leader; a Iemmello si vedono delle doti tecniche da calciatore di Serie A. Se dovessi scegliere? Corona è uno degli eroi del libro”.

Da giornalista è stato chiesto a Capicotto un parere anche sull’attualità. “Bisogna riconoscere che la famiglia Noto si sta davvero impegnando a dovere e quest’anno ha allestito una grande squadra perché ha riconfermato l’ossatura di quella dell’anno scorso riportando Iemmello, Biasci e Vandeputte ad esempio. Questo serve nel calcio: pazienza e programmazione. I tifosi? Quelli del Catanzaro se faranno quanto visto con Monopoli e Padova ai playoff possono trascinare la squadra ed essere il dodicesimo uomo in campo”.

L’augurio della platea e dello stesso autore è stato quello di potersi ritrovare con un nuovo libro che racconti un’altra promozione in Serie B del Catanzaro.