Cambio di nome per l’aeroporto di Lamezia, Mancuso: “Abbandonare campanilismi”
"In altre occasioni, ho avuto modo di suggerire di tralasciare, in questa fase di crisi, acutizzata dal caro-energia che grava su imprese e famiglie, e mentre la Regione sta facendo di tutto per rinsaldare la coesione sociale della Calabria stressata da decenni di scelte sbagliate, impennate di segno campanilistico. Tese a dividere piuttosto che a unire, nonché a distogliere l’attenzione dai veri problemi che affliggono le nostre comunità". È quanto dichiara in una nota il presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso, in merito ad una "inopportuna polemica sul cambio del nome dell’Aeroporto di Lamezia Terme".
"Ritengo che i problemi dell’aeroporto internazionale, uno degli scali più logisticamente strategici d’Italia e uno dei più importanti del Mezzogiorno per numero di passeggeri trasportati, non siano di tipo nominalistico, ma riguardino criticità concrete, che possono essere risolte puntando al suo ampliamento strutturale e funzionale" dichiara Mancuso. "Unendo le energie e dando concretezza alle proposte sostenibili, nell’interesse sia delle città di Catanzaro e Lamezia Terme che dell’intera Calabria. Ciò che mi sento di suggerire ai due sindaci più rappresentativi dell’area centrale della Calabria, è di puntare, nel rispetto delle peculiarità delle due realtà, ad una robusta concertazione sulle tante opere infrastrutturali, materiali e immateriali, da portare a compimento nel breve e medio periodo, affinché l’area centrale sia messa nelle condizioni di esercitare la funzione politico-istituzionale di raccordo e sintesi delle tante risorse disponili, regionali, nazionali ed europee, e dei tantissimi interessi presenti sul territorio, economici, ambientali e culturali".
"Quest’area - cerniera della Calabria, deve assolutamente superare, come ho asserito nel mio intervento di insediamento da Presidente dell’Assemblea legislativa, le attuali, complesse e diffuse difficoltà, esercitando quel protagonismo politico e istituzionale, positivo e pragmatico, che finora è mancato. E la cui evanescenza ha prodotto diseconomie per le due città e per l’intera area centrale, la cui condizione di precarietà e il cui mancato sviluppo hanno accelerato la tendenza alla frammentazione economica e sociale di una regione che ha purtroppo ha dimostrato la tendenza a storicamente dividersi, presentandosi disarticolata e fragile nello scenario meridionale e nazionale" rimarca in conclusione. "Sui temi del rilancio dell’area centrale, il Consiglio e la Giunta regionali sono molto vigili e fattivamente operativi. Soprattutto disponibili a interagire con gli Enti locali e le rappresentanze imprenditoriali e sociali, per recuperare il tempo perduto. E dare una svolta, tralasciando ogni disputa formalistica e di sterile pennacchio, ad un’area che da critica deve diventare propulsiva di innovazione, rinnovamento e modernizzazione, nonché promotrice di sviluppo produttivo e nuova occupazione".