“Tutte le cose si compiono”: a Lamezia in mostra permanete l’opera di Claudia Giannuli
La contaminazione artistica e culturale del territorio è tra le “mission” principali dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. L’ennesima prova, inserita nel contesto del progetto “Ceilings”, è stata la presentazione dell’opera di Claudia Giannuli dal titolo “Tutte le cose si compiono”, un’installazione site-specific permanente all’interno del Museo Archeologico di Lamezia Terme, frutto di un lavoro lungo un anno.
L’installazione permanente è composta da una parte fisica, in ceramica, e da una virtuale, realizzata animando il modello 3D della parte fisica dell’opera e riprodotta in loop su un pannello digitale.
Si tratta di una rivisitazione del Diadema di Terina, il pezzo più evocativo dell’intera collezione classica del MAL. Il gioiello, che storicamente rappresentava una corona senza potere politico, viene quindi ripensato dall’artista attraverso una modalità di utilizzo che impedisce alla donna di vedere ciò che la circonda.
“L’opera – ha spiegato Simona Caramia, curatrice di “Ceilings” e docente dell’Aba di Catanzaro – è nata nel pieno del periodo pandemico e proprio esso ha dato all’artista ulteriori spunti di riflessione e ricerca. L’innovazione nella ricerca artistica è data proprio dalla modifica della quotidianità domestica a cui siamo stati tutti costretti dalla pandemia e ha portato realizzare un gioiello che è “punitivo” proprio perché occlude lo sguardo limitando così il rapporto con il mondo, così com’è successo a tutti noi durante pandemia”.
L’installazione artistica, martedì scorso, è stata al centro di un incontro tenutosi nel Chiostro del Complesso Monumentale San Domenico, a Lamezia Terme, animato dalla stessa docente, dall’artista pugliese, da un altro docente Aba Catanzaro, l’archeologo Francesco Cuteri, dalla direttrice del Museo Archeologico Lametino, l’architetto Simona Bruni, e dall’assessore alla Cultura di Lamezia Terme, l’archeologa Giorgia Gargano.
“Nel 2021 abbiamo deciso di fare esperimenti di contaminazione del museo con esperimenti di arte contemporanea, sempre tenendo presento che l’input di partenza è sempre la metabolizzazione di significati molto intensi e legati alla storia del territorio a cui il museo stesso si rivolge. Così abbiamo una visione contemporanea che però ci riallaccia alle fondamenta storiche del territorio. Abbiamo bisogno di queste contaminazioni non perché dobbiamo essere svecchiati, ma per essere educati a nuovi e molteplici modi di comunicare, a nuovi simboli che raccontino la storia, le nostre origini per avvicinare a esse sempre più persone”, ha spiegato la direttrice Bruni.
Del ruolo dell’Accademia e del rapporto tra classico e contemporaneo ha parlato anche Cuteri: “L’Accademia ha fatto una scelta netta nel voler dialogare con il territorio e con le sedi museali che hanno necessità di trovare nuove forme di rilancio. In questo senso, allora, gli artisti scelti da “Ceilings” sono stati invitati a ragionare sulla base di questa dimensione di contatto e dialogo, nella rappresentazione di una realtà solo apparentemente distante dal contesto che la ospita”.
L’opera, come detto, è permanente e quindi fa parte a tutti gli effetti della collezione del MAL, visitabile tutti i giorni dalle 9:00 alle 19.
L’installazione è un altro dei tanti esempi di contaminazione del territorio che l’Accademia ha concretizzato nel tempo ed è una delle occasioni per conoscere l’attività di promozione culturale dell’Accademia stessa.
Tra queste il 6 ottobre si è tenuta l’inaugurazione della mostra “Ferro Contemporaneo”, dedicata alla figura dell’artista e storico direttore dell’Accademia di Belle Arti del capoluogo di regione, Toni Ferro.
La mostra s’inserisce nel novero delle iniziative volte a celebrare i primi 50 anni di attività dell’Accademia catanzarese che si protrarranno per tutto il 2023.
L’esposizione si tiene al MuPAC (Museo del patrimonio dell’Accademia di Catanzaro) ospitato nei locali dell’Accademia di Belle Arti, in via Tripoli 46/48, e sarà visitabile fino al prossimo 6 febbraio.