Spreco alimentare: in Calabria recuperate 40mila porzioni di cibo, sono andate a chi ha bisogno
Oltre 40 mila porzioni di cibo (il 35% in più rispetto all’anno scorso) recuperate e redistribuite a persone in difficoltà della Calabria dopo essere state raccolte nelle mense collettive aderenti al progetto Cucki Save the food del Banco Alimentare.
Un risultato che è stato reso possibile grazie anche all’impegno di decine di volontari del Banco regionale e delle Strutture Caritative convenzionate.
In Italia, nel solo 2021, il progetto ha contribuito a “salvare” dallo spreco oltre 1,8 milioni di porzioni di cibo. I numeri che riguardano lo spreco alimentare sono purtroppo un paradosso se si pensa che ogni anno in Italia vengono generate 5,6 milioni di tonnellate di cibo in eccedenza nella filiera di produzione e consumo, dal campo alla tavola, e che 1/3 del cibo a livello mondiale viene gettato. Se sprecassimo meno, 44 milioni in più potrebbero essere le persone sfamate.
L’iniziativa, nel 2016, si evolve con la nascita di Save Bag, progetto ideato in collaborazione con Fondazione Banco Alimentare e sviluppato in sinergia con 200 studenti del Politecnico di Torino che consente, a chi la richiede, di portare a casa il cibo non consumato nel piatto al ristorante, contribuendo in questo modo a combattere lo spreco del cibo fuori casa.
Nel 2018 il progetto Save the Food continua la sua azione lanciando “Solida lei, Solidale tu”, iniziativa, giunta alla quinta edizione, che durante il periodo natalizio dona al Banco Alimentare una vaschetta per ogni confezione di vaschette acquistate, contrassegnate con “Solida lei, solidale tu”. A Natale 2021 sono state donate 500 mila vaschette.
Ad oggi il traguardo raggiunto dal progetto è importante sia dal punto di vista sociale, in quanto sono oltre 21 milioni le porzioni di cibo salvate dallo spreco e destinate a chi si trova in difficoltà, sia dal punto di vista ambientale. Lo spreco alimentare, infatti, produce emissioni di gas serra pari a 3,3 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente (Fonte FAO).