Il testamento biologico non convince i calabresi: depositate solo 3.631 dat
A distanza di cinque anni dalla sua introduzione, il biotestamento non sembra aver convinto gli italiani. È quanto emerge da un'indagine condotta dall'Associazione Luca Coscioni, secondo la quale sarebbero state depositate solo 186.235 dat (Disposizioni Anticipate di Trattamento) in tutto il paese. In altri termini, solo lo 0,4% della popolazione avrebbe stilato un testamento biologico.
Un numero estremamente basso, che secondo l'associazione si può spiegare con l'assenza di campagne informative da parte delle istituzioni. La legge 219 del 2017 infatti prevedeva delle attività di informazione da parte del Ministero della Salute, delle Regioni e delle Aziende Saniterie, al fine di rendere nota la possibilità e le procedure per sottoscrivere un cosiddetto "testamento biologico". Campagne che sarebbero dovute partire entro novanta giorni dall'entrata in vigore del testo.
L'associazione ha dunque verificato il numero di dat presentate ai comuni e quante di queste siano poi state trasferite alla banca dati nazionale. Il maggior numero di biotestamenti è stato presentato in Lombardia (36.476), seguita dall'Emilia-Romagna (21.398) e dal Piemonte (18.083). Ultima, in termini puramente numerici, è la Valle D'Aosta (519), preceduta dal Molise (527) e dalla Basilicata (1.217).
E la Calabria? Ad oggi sarebbero state presentate solo 3.631 dat, corrisponenti allo 0,2% della popolazione residente. In testa la provincia di Reggio Calabria (1.216), seguita da Cosenza (1.134), Catanzaro (647), Vibo Valentia (416) e Crotone (218).
Classifica che cambia se si guarda al numero di comuni che ha comunicato i dati. Virtuosa la provincia di Vibo Valentia (82%) seguita da Reggio Calabria (80,4%) e Crotone (62,96%). Appena sopra la media la provincia di Catanzaro (51,25%), sotto media invece la provincia di Cosenza (44,67%).