Riforma Cartabia, Usip: le criticità della giustizia non si scarichino sulle forze dell’ordine
La Federazione SP, interviene con decisione sul tema della giustizia, evidenziando tutte le criticità della Riforma Cartabia che ha manifestato, nel corso della sua seppur breve applicazione, una serie di ricadute negative sulla macchina organizzativa della giustizia, alcune delle quali incidono direttamente sul lavoro delle Forze dell’Ordine”.
Il provvedimento, difatti, modificando in modo rilevante alcuni aspetti delle indagini preliminari, ha determinato maggiori responsabilità per le forze di Polizia, chiamate da qui in avanti a costituire il primo filtro dei fatti costituenti reati, con l’obbligo di comunicare alla Magistratura solo quelli connotati da una ragionevole previsione di condanna.
In altre parole le Forze dell’Ordine sono ora chiamate a “ritardare” l’invio della prima notizia di reato allo scopo di verificarne la fondatezza, cimentandosi anche nell’effettuare giudizi prognostici sul presumibile esito di un eventuale procedimento penale basato sugli elementi raccolti.
In nessun angolo del provvedimento, tuttavia, si scorgono tutele per i tutori dell’ordine, che in realtà, con tale impostazione, rischiano di essere quotidianamente sottoposti a procedimenti disciplinari dal momento che il codice impone l’obbligo perentorio di comunicare senza ritardo all’Autorità Giudiziaria ogni notizia di reato di cui vengono a conoscenza.
Per tutti questi motivi, nel corso di una audizione presso la II Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, che ha visto la partecipazione della Federazione SP attraverso la presenza del Presidente Nazionale Usip Vincenzo Rodi, si è chiesto specifiche modifiche normative per tutelare il lavoro delle Forze di Polizia, chiamate a sopperire con la loro professionalità a una serie
di incongruenze della macchina della giustizia.
“Apprezziamo lo sforzo che il Governo sta effettuando per riparare i problemi legati all’arresto in flagranza di reato per tutti quei reati per cui la Riforma Cartabia aveva previsto la procedibilità a querela di parte - dichiara il Segretario Usip-Federazione SP Vittorio Costantini - in particolare, si sta cercando di intervenire per permettere l’arresto in flagranza anche in assenza della querela di parte in quei casi in cui la vittima non sia immediatamente rintracciabile, prevedendo la possibilità di formalizzare l’atto entro 48 ore dall’evento, e spingiamo affinché si preveda il termine più lungo di 96 ore (coincidente con il limite massimo entro cui il Giudice deve convalidare il provvedimento), considerato da moltissimi esperti un termine costituzionalmente corretto, così da non costringere le Forze dell’Ordine a prevedibili corse contro il tempo per non vedere vanificato il lavoro svolto”.
Nel corso della proficua audizione, inoltre, la Federazione SP ha chiesto formalmente una immediata rivisitazione del cosiddetto Portale N.D.R., un applicativo che era nato con il dichiarato scopo di creare un percorso di comunicazione digitale fra la polizia giudiziaria e le Procure della Repubblica al fine di ridurre i tempi di trattazione dei procedimenti.
Nel corso della sua applicazione, però, il sistema ha dimostrato di non aver centrato il bersaglio determinando, al contrario, un clamoroso aggravio di lavoro per gli uffici impegnati in attività di polizia giudiziaria, alle prese con uno strumento dai più definiti cervellotico.
Si è dunque chiesto l’istituzione di un comitato tecnico di lavoro, formato anche da esponenti delle Forze dell’Ordine, che si occupi della integrale modifica dell’applicativo.
“La Federazione SP - conclude il Segretario Generale Nazionale Uil Polizia Oronzo Cosi - continuerà a vigilare affinché le storture del sistema giustizia non vengano scaricate sulle Forze dell’Ordine”.