Crotone. Megna: “parco di Capocolonna infestato da erbacce, si intervenga e presto”

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"La 'Cartolina' che mi si è presentata domenica 28 maggio, quando con la famiglia mi sono recato per una visita al Parco archeologico di Capocolonna, è tutt’altro che un biglietto da visita di una città che aspirava a diventare capitale della cultura. Trovarsi davanti, a quella che avrebbe dovuto essere l’immagine di copertina di una Città come Crotone, uno dei luoghi sacri della cultura calabrese ricoperto da erbacce, con bisce che passano da un lato all’altro della strada e finanche con fiori e piante spinose che attraversano la strada impedendo quasi il passaggio a piedi, è stato sconfortante".

E' quanto scrive in una nota il consigliere comunale di Crotone Antonio Megna che ricorda come del sito si dovrebbero ammirare i resti dell’antica area sacra non più visibile, invece “in quanto interamente ricoperto da erba alta, fiorellini e papaveri”.

“Uno scenario desolante che - sbotta il consigliere - lascia spazio allo sconforto. Avere un paesaggio che tutti ci invidiano ma che purtroppo non riceve le attenzioni e la cura che merita è una ferita al cuore per chiunque provi un po' di amore per questa nostra terra”.

Per Megna, però, in tutto ciò “fa specie il silenzio e l’assenza della Soprintendenza Archeologica della Calabria e del Sistema museale calabrese, l’Ente titolato alla manutenzione e gestione dell’area” ma non ritiene esente da colpe neanche il Comune di Crotone “che avendo contatti diretti e frequenti (o almeno così dicono) con la Sopraintendenza avrebbe dovuto vigilare affinché il nostro parco archeologico non venisse ridotto in queste condizioni”.

“Guardando oggi Capo Colonna e il suo stato di abbandono dice - si comprende al volo il motivo per cui anche il Progetto Antica Kroton è fermo al palo. Il livello di attenzione per Crotone da parte del sistema museale e della Soprintendenza è questo, purtroppo, e la città sta silente e muta davanti questo penoso scenario”.

Megna chiede dunque a chi di competenza, “e nel più breve tempo possibile interventi di manutenzione che riportino il parco Archeologico di Capocolonna a poter continuare a chiamarsi Parco Archeologico… perché ad oggi è più assimilabile ad una jungla", conclude.