Comune di Morano Calabro escluso da bando regionale
“Apprendiamo con enorme rammarico come il Comune di Morano Calabro sia stato escluso dai fondi concessi dalla Regione Calabria – Dipartimento n. 5, Attività produttive – Settore politiche energetiche per il sostegno alla realizzazione di impianti solari fotovoltaici nelle strutture e nelle componenti edilizie di proprietà delle amministrazioni comunali. – È quanto scrivono in un comunicato stampa i consiglieri comunali Roberto Berardi (Gruppo Autonomo Per Morano), Biagio Angelo Severino (Gruppo Autonomo Per Morano), Nicolò De Bartolo (Morano Al Centro), Pasquale Maradei (Morano Al Centro), Maria Antonietta Guaragna (Partito Democratico), Antonio Natale Cosenza (Riparti Morano), Luigi Bloise (Riparti Morano) - Il bando prevedeva l’obiettivo specifico di “Promuovere e sostenere l’attivazione di filiere produttive connesse alla diversificazione delle fonti energetiche, all’aumento della quota di energia con fonti rinnovabili e al risparmio energetico” e la linea d’intervento “Azioni per la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili”.
Ma ciò che acuisce la nostra delusione è il motivo dell’esclusione: come si evince dal sito del Dipartimento alle Attività produttive, il Comune di Morano Calabro ha protocollato la sua domanda di partecipazione al bando il 25 giugno 2010 con n. di protocollo 11451, mentre i termini di scadenza erano fissati nelle ore 13.00 del 24 giugno! Ci chiediamo – scrivono i consiglieri - come sia possibile che un sindaco e l’assessore al ramo procedano con tale leggerezza e superficialità, non rendendosi neanche conto dei danni che la loro inettitudine ha procurato alla collettività moranese.
In data 9 giugno 2010 con delibera n. 65, la giunta comunale di Morano aveva approvato il piano per la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte solare fotovoltaica di potenza nominale 19,78 KWP da realizzarsi presso l’edificio comunale delle scuole “V. Severini”. L’importo che la giunta chiedeva era di 114.380 euro. Veniva poi demandato al sindaco di espletare la domanda di partecipazione. Ci chiediamo a questo punto cosa abbiano fatto il sindaco Di Leone e l’assessore Tramaglino nei successivi 15 giorni, se non una colossale dormita. Ma quale è l’utilità di un assessore alle politiche energetiche se non riesce neanche a dare un indirizzo politico che sia quello di rispettare i termini di scadenza per la partecipazione ad un qualunque bando? Chi risarcirà ora i danni alla comunità moranese che per la leggerezza dell’allegra coppia Di Leone – Tramaglino perde ben 114 mila euro?
E’ questo – si legge ancora nella nota - il modo di realizzare il programma politico-amministrativo dell’Olmo che prevede espressamente una politica energetico-ambientale incentrata sulle energie alternative per portare Morano ad essere “un paese ad emissioni zero”? Le nostre perplessità sono alimentate ulteriormente dal fatto che l’assessore Tramaglino sia un tecnico del settore: ma ha quindi agito in buona fede? Non sa un tecnico come prioritari siano i termini di scadenza? Che messaggio si lancia ai cittadini moranesi che, come i loro connazionali, sono ancora scioccati dalla strage nucleare recentemente avvenuta in Giappone e che quindi vedono sicuramente di buon occhio una politica ambientale-energetica incentrata sulle fonti rinnovabili?
Inoltre nell’ultimo Consiglio Comunale – conclude la nota - non si è potuto approvare rinviandolo ad altra seduta, per incongruenze con le norme vigenti, il Regolamento per la valorizzazione dei terreni e la concessione dei terreni demaniali, portato all’attenzione del civico consesso sempre dallo stesso assessorato. Riteniamo sia doveroso a questo punto chiedere le dimissioni dell’assessore ad Agricoltura, Forestazione, Politiche Energetiche e Verde Pubblico Giannatale Antonio Maria Tramaglino. Poiché risulta palese la manifesta incapacità con cui l’assessore Tramaglino ha portato avanti i suoi due anni di mandato. Per il bene di Morano, tolga il disturbo perché i moranesi non possono più sopportare che la leggerezza e l’incapacità continuino ad arrecare loro danni.”
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