Adiconsum Calabria. Allarme rischio incendi
Con la stagione degli incendi alle porte, il fuoco, che puntualmente attenta e distrugge pezzi di economia rurale, natura e vita della gente, rappresenta l’insidia più immediata. Bosco, aria, acqua e terra sono la garanzia per la continuità generazionale, proteggerle e rispettarle, non attiene alla sola sfera politica, ma implica comportamenti responsabili e civismo collettivo orientato a porre soluzioni alle criticità ambientali.
Necessitano buone idee e decisioni che riportino il consumatore verso una nuova normalità con una domanda capace di confrontarsi con i limiti imposti dai complicati equilibri naturali. Le continue forzature non sempre pagano, quando un vincolo morale crescente ci obbliga a lasciare un ambiente migliore di quello che abbiamo ereditato, avendo consapevolezza che la sorte non ha alcun potere sul futuro.
Le preoccupazioni sono fondate, poiché in passato i dati del Corpo Forestale dello Stato, dimostrano che nei quattro anni 2006/2009 gli incendi in Calabria hanno raggiunto il numero di 4.858 focolai, distruggendo una superficie boscata di ettari 78.990 e percorrendone 34.302 non boscata. Il tutto, su una superficie forestale di ettari 612.931, con 251.985 di aree protette pari ad un indice di boscosità del 40,64% in ragione di un territorio di 1.506.055 ettari.
Il dato è inquietante posto che l’80/% degli incendi è legato a cause di natura dolosa.
A noi il compito di lavorare per creare un’adeguata coscienza capace di elevare il valore della disciplina e l’attaccamento ad un’idea di tutela preventiva delle marginalità periferiche e rurali. Vi sono realtà che presentano tutta la loro fragilità, frutto di un eccessivo abbandono con dozzine di frazioni e piccoli comuni costretti alla desolazione con le ortiche che ornano le case cadenti.
Siamo ancora in tempo per recuperare il lavoro manuale ad un progetto di tutela ambientale che faccia da freno agli incendi e recuperi spazi di vivibilità in un entroterra degradato, dove continua a venir meno quel sacrificio che un tempo guidava, gestiva e preservava tutte quelle risorse naturali che agevolavano un adeguato servizio di custodia del patrimonio boschivo e forestale.
Il rurale non riesce più ad avere un suo protagonismo ed ha poca influenza sul potere decisionale, con scarsa attenzione e povertà istituzionale, che si traduce in pesanti conseguenze per queste realtà svantaggiate ma molto utili per custodire e tutelare il territorio. In questa Regione, ormai da tempo si è rotto l’equilibrio tra il territorio costiero, privilegiato ma non adeguatamente organizzato, e quello collinare e montano, abbandonato, marginalizzato e lasciato ai deliri dei guastatori.
E’ tempo di invocare un coerente servizio di custodia forestale per salvaguardare il territorio e tenere in vita un ecosistema degno e adatto a garantire un’appropriata qualità della vita di questa generazione, come delle generazioni future.