Riparte da San Giovanni in Fiore la riscoperta dei luoghi danteschi in Calabria

Cosenza Tempo Libero

Riparte da San Giovanni in Fiore, in provincia di Cosenza, l’affascinante viaggio alla scoperta dei luoghi danteschi in Calabria. Un rapporto nato dagli approfondimenti del Vate fiorentino delle opere e della spiritualità di Gioacchino da Fiore, fondatore dell’Ordine florense e fra i maggiori pensatori dell’Europa medievale che nacque e visse gran parte della propria vita sull’ Altopiano Silano.

Grazie al progetto “La Calabria per Dante” - promosso dall’associazione “Arpa”, l’Associazione di Ricerca, Produzione ed Animazione del Territorio – è stato possibile in questi mesi approfondire un legame rimasto per anni in parte inesplorato: quello tra la regione calabrese e il Sommo Poeta, Dante Alighieri. Un modo originale per rendere omaggio alla poetica dantesca.

Inizialmente programmato per celebrare il 700° anniversario della morte del Sommo Poeta, l’evento - rinviato a causa della pandemia di COVID-19 e diventato realtà nell’anno 2023 – nasce dall’intuizione dell’associazione Arpa che promuove attività culturali, artistiche, formative ed editoriali per il recupero del patrimonio delle tradizioni orali, oltre che per creare opportunità di crescita sociale ed economica nel territorio.

Il progetto “La Calabria per Dante” è stato incluso tra gli Eventi Culturali 2021 della Regione Calabria, selezionato e finanziato nell’ambito dell’avviso pubblico.

Dopo il successo della prima tappa a Crotone, nella suggestiva Torre Aiutante all’interno del Castello di Carlo V, e le suggestioni vissute nel Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza, “La Calabria per Dante da domani, giovedì 21 settembre (e fino a venerdì 6 ottobre) nella sala espositiva del Museo Demologico – dalle 9 alle 19 – potrà essere visitata la mostra itinerante dal titolo “La Calabria nella Divina Commedia”, con la riproduzione e la spiegazione dei passi nei quali è citata la Calabria (le illustrazioni sono di Simonluca Spadanuda). Oltre alla mostra, sono previste conferenze-concerto, nelle quali si rintraccia un filo rosso che collega incredibilmente la poesia di Dante agli usi conservati nella musica popolare calabrese.

Nel Paradiso, XII,139-141, brillava accanto a me l’abate calabrese Gioacchino, dotato di spirito profetico…”, così Dante presenta la figura di Gioacchino da Fiore nel dodicesimo canto del Paradiso. Gioacchino da Fiore, grande filosofo, esegeta e fondatore dell’Ordine monastico florense, rappresenta un elemento importante nella formazione giovanile del Sommo Poeta fiorentino. Dante ebbe l’opportunità di conoscere il pensiero gioachimita attraverso gli insegnamenti ricevuti nella scuola di Santa Croce, a Firenze, dove i suoi maestri erano rinomati teologi come Pietro di Giovanni Olivi e Ubertino da Casale (quest’ultimo reso celebre nel romanzo di Umberto Eco, “Il nome della rosa”). L’influenza dell’abate calabrese, nato a Celico (presso Cosenza) verso il 1130 e morto nel monastero di S. Martino di Canale (Pietrafitta) nel 1202, fu profonda e illuminante.

Nella Divina Commedia si possono riscontrare diverse similitudini con le affascinanti immagini frutto delle intuizioni mistiche di Gioacchino, come ad esempio la figura della candida rosa dell’Empireo nel XXXI canto del Paradiso, ispirata alla tavola XIII del “Libro delle Figure” di Gioacchino. Allo stesso modo, nel XXII canto del Paradiso, quando Dante contempla la Trinità e la descrive come “tre giri, di tre colori e d’una contenenza”, si ispira ai tre cerchi tricolori disegnati da Gioacchino nell’XI tavola del “Libro delle Figure”.