Costretto a pagare oltre 500mila euro all’AdE, non luogo per commercialista vibonese
All’udienza del 28 settembre scorso, il Gup del Tribunale di Vibo Valentia, Barbara Borelli, ha dichiarato con sentenza il non doversi procedere nei confronti del Domenico Fraone, ragioniere commercialista di Filadelfia, difeso dall'Avvocato Francesco Matteo Bagnato, accusato di reati tributari per aver compensato indebitamente nell'anno d'imposta 2016 la somma di circa 822 mila euro in misura superiore al limite di 700mila euro consentito all'epoca del fatto.
L’accusa proveniva dal Direttore e da un funzionario dell'Agenzia delle Entrate che avevano emesso un atto di recupero il 15 dicembre del 2021 e contestualmente trasmesso gli atti alla Procura competente.
L'atto di recupero era stato poi annullato dalla Corte di Giustizia Tributaria di Vibo Valentia nel 2022, sentenza confermata poi dalla nel 2023 (difensore Avv. Mario Bagnato).
L'Avvocato Francesco Matteo Bagnato, figlio del noto penalista di recente scomparso, ha demolito l’intero impianto accusatorio dell'Ufficio dell'Agenzia delle Entrate, e nel giudizio penale ha dimostrato che Fraone si era visto costretto a pagare somme non dovute per l'importo di oltre 533 mila euro per atti tributari non dovuti ma pretesi illegittimamente dall'Agenzia e che, per l'effetto, l'importo delle compensazioni per somme dovute ammontava a più di 268 mila euro, importo di gran lunga inferiore al limite massimo consentito di 700 mila euro.
La tesi difensiva, già sostenuta nel giudizio tributario di secondo grado, è stata totalmente accolta dal Gup che ha dichiarato la più ampia formula assolutoria per Fraone, ovvero di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste.