Sciopero sindacati, Iacucci (Pd): “Giusta protesta contro legge di bilancio”
"Lo sciopero proclamato da CGIL e UIL per domani costituisce un momento forte di rivendicazione e di protesta sulla legge di bilancio avanzata dal Governo". Lo afferma in una nota il vicepresidente del consiglio regionale, Franco Iacucci.
"Non si può non sostenere le proposte avanzate dai sindacati e, personalmente, voglio esprimere il mio supporto alle iniziative che si svolgeranno in tutta Italia domani e nella nostra Calabria in particolare. Per due ordini di motivi ritengo sia giusto aderire allo sciopero di domani" prosegue l'esponente del Partito Democratico. "Il primo, evidente e lampante, riguarda i contenuti delle proteste che i sindacati portano avanti: la legge di bilancio penalizza fortemente il settore pubblico dalla sanità alla previdenza sociale. In Calabria, come la relazione della Corte dei conti ci ha ricordato, la sanità rimane maglia nera con le aziende paralizzate dalla mancanza di liquidità e costrette ad indebitarsi per non parlare dell’allarme lanciato da più parti sui LEA ancora lontani da quella che potrebbe definirsi un’ordinaria erogazione delle cure".
"In questo scenario la legge di bilancio penalizza fortemente il personale sanitario incentivando una fuga dal pubblico che ricade, inevitabilmente, sui pazienti e sulle prestazioni erogate" sostiene Iacucci. "E poi ancora, l’elenco è decisamente lungo, la revisione delle aliquote pensionistiche, i pesanti tagli agli Enti Locali, le mancate misure a favore delle famiglie, scuola, precarietà. Tutte cose che si ripercuoteranno sui cittadini e che abbiamo il dovere, quanto meno, di denunciare".
"L’altro motivo per cui questo sciopero è, a parer mio, importante è che in qualche modo rappresenta l’affermazione di un diritto, quello allo sciopero appunto, per cui in passato si è lottato anche duramente. Un diritto sancito dalla Costituzione. Un diritto conquistato con il sangue" evidenzia in conclusione. "Il muro contro muro che il Ministro Salvini ha inteso intraprendere arrivando a firmare la precettazione è quanto mai preoccupante, un tentativo di criminalizzare i lavoratori che esercitano un diritto che quando occorre e quando è necessario, diventa un dovere".