Leonzio Pilato, il calabrese che tradusse Omero e conobbe Boccaccio e Petrarca

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Leonzio Pilato

Il prossimo 29 Dicembre sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la presentazione del libro, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”, su “Leonzio Pilato” dello scrittore e studioso Santo Gioffrè.

Pilato, discepolo di Barlaam, fu uno dei primi promotori dello studio della lingua greca nell'Europa occidentale e traduttore di Omero.

E proprio alla sua traduzione di Omero in prosa latina realizzata per Boccaccio e mandata in seguito al Petrarca che è legata molta della sua importanza, per Petrarca, come Boccaccio quasi del tutto ignorante di lingua greca, unica possibilità d'avvicinarsi al testo.

Ha anche fornito a Boccaccio il materiale per la sua opera Genealogia deorum gentilium libri, sulla genealogia degli dei pagani. A Padova, nell'inverno del 1358, Leonzio Pilato conobbe Francesco Petrarca, che sembra lo ritenesse, da principio, un bizantino.

Chi fece conoscere Leonzio Pilato al poeta fu un amico comune, probabilmente un giurisperito, di cui Francesco Petrarca fece menzione in un passo del 18 agosto 1360 (Variae, 25), relativo all'acquisto di un codice padovano di Omero.

Dall’incontro dei due e, poi, con Giovanni Boccaccio, ebbe inizio la traduzione, dal greco in latino, dell’Iliade e dell’Odissea, su un codice fornito dal Petrarca, da parte del Calabrese di Seminara.

Già a Padova Petrarca dovette chiedere a Leonzio Pilato una prima e parziale traduzione dell'Iliade. Non altrimenti è possibile intendere, in effetti, il riferimento, contenuto nella stessa epistola 25 delle Variae, al “quoddam breve […] Homeri principium”, che, precisa il poeta, parecchio tempo addietro gli era stato offerto da Leonzio quale saggio di traduzione.

Poiché la lettera, come detto, è dell'agosto del 1360, questa prima translatio non può che risalire al 1358-59, ovvero al periodo in cui Petrarca conobbe Leonzio.

Il codice impiegato per il saggio di traduzione è forse quello padovano di cui è fatta menzione nell'epistola, lo stesso, in ogni caso, che Leonzio Pilato utilizzò per la traduzione integrale del poema, una volta stabilitosi a Firenze. Così nacque quel grande movimento letterario e culturale che fu l’Umanesimo.