Arrestati a Taranto con oltre un chilo di eroina, tre rossanesi lasciano il carcere
Il GIP del Tribunale di Taranto ha totalmente rimesso in libertà una 33enne di Rossano, F.A., disponendo i domiciliari per altri due suoi compaesani, E.A. e G.C.
I tre erano stati arrestati lo scorso 5 febbraio nel Tarantino dopo essere stati sorpresi a bordo di un’auto con oltre un chilogrammo di eroina e proprio per la gravità dei fatti contestati, per tutti e tre il Pubblico Ministero aveva avanzato la richiesta della misura cautelare in carcere.
Gli indagati erano stati sottoposti ad un controllo lungo la Statale 106 da parte dei carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Massafra, che avevano notato dei movimenti sospetti all’interno della vettura condotta da uno di loro.
Dopo una perquisizione personale e veicolare, i militari avevano ritrovato e sequestrato due involucri sigillati con del nastro adesivo del peso complessivo di oltre un chilo, contenenti lo stupefacente.
Tutti e tre erano stati così arrestati in flagranza di reato e condotti nella Casa Circondariale di Taranto. Il Pm aveva inoltre convalidato il sequestro dei loro telefoni cellulari disponendo sugli stessi degli accertamenti tecnici non ripetibili.
Nei giorni scorsi, all’interno della casa Circondariale del capoluogo pugliese, si è celebrata l’udienza di convalida nel corso della quale il Pubblico Ministero ha formulato per iscritto la richiesta della misura cautelare in carcere nei confronti degli indagati, ritenendo la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, in particolare considerando l’ingente quantitativo di eroina - ritenuto come un “elemento sintomatico della presenza di stabili e saldi contatti con il mondo della malavita ad alto livello”; ma anche i movimenti “repentini” notati dai militari che farebbero ritenere che i tre fossero consapevoli di cosa trasportassero; infine, considerando anche la recidiva specifica di uno degli arrestati.
Il Gip, dopo aver proceduto alla convalida dell’arresto, ha accolto però le richieste avanzate dai loro difensori, gli avvocati Francesco Nicoletti e Giusy Acri, rimettendo in libertà la 33enne e disposto i domiciliari per gli altri due.