Truffe agli anziani, i Carabinieri di Crotone ribadiscono: non chiediamo mai denaro
Nel corso di quest’anno, i Carabinieri del Comando Provinciale di Crotone hanno fronteggiato in termini preventivi, quando possibile, e repressivi negli altri casi, alcuni fenomeni preoccupanti sia nel panorama nazionale, come l’incremento in termini numerici e non solo dei casi di violenza di genere, principalmente connessi con degli eventi, riconducibili alle tipologie delittuose dei “maltrattamenti in famiglia” o degli “atti persecutori”, che in quello locale, quali quelli riconducibili ai furti di energia elettrica e di acqua, nonché alle “truffe ai danni degli anziani o delle persone, cosiddette vulnerabili”, perpetrate da degli individui senza scrupoli, che, spacciandosi per dei Carabinieri, degli appartenenti in genere alle Forze dell’Ordine o di Polizia, oppure, in taluni casi, anche a dei legali, dopo degli screening e dei monitoraggi accurati, volti a individuare una platea di potenziali vittime, le contattano, simulando che un figlio o un nipote o, più semplicemente, un congiunto, si trovi in difficoltà, poiché asseritamente tratto in arresto o fermato, a qualsiasi titolo, da dei Carabinieri o dei Poliziotti, ovvero vittime di sinistri stradali con dei feriti, richiedendo per “risolvere la situazione” e procedere alla liberazione dell’asserito parente o al risarcimento dell’altra parte offesa delle somme di denaro, che, puntualmente, vengono ritirate da uno o più complici, che si presentano presso le loro dimore.
La dinamica menzionata sopra è solo una di quelle, poste in essere dai malviventi, perlopiù trasfertisti, provenienti da delle altre regioni, i quali si spostano velocemente e giornalmente per perpetrare questi atti, “sparendo successivamente dai radar di questa provincia” e facendo perdere le loro tracce. Tuttavia, spacciarsi per un sedicente Carabiniere, Poliziotto o Avvocato non è il solo “metodo truffaldino” adottato, poiché la fantasia di questi individui sembra essere particolarmente feconda, atteso che, proprio di recente, dopo diversi tentativi, non concretizzatisi, grazie alle campagne di divulgazione e sensibilizzazione sull’argomento, realizzate in tutte le aree della provincia, anche quelle più periferiche, dai Comandanti delle Compagnie e delle Stazioni Carabinieri, hanno contattato le aspiranti vittime con dei numeri telefonici, adoperati ad hoc, che, tramite un artifizio informatico, sono stati visualizzati sugli apparecchi degli ignari malcapitati come riconducibili ai Carabinieri.
Tali comportamenti truffaldini, quantificati nel corso del 2024 in 23 episodi, di cui 3 scoperti, con il deferimento in stato di arresto di 2 persone e a piede libero di altrettante, si affiancano a quelli, già noti e ampiamente contrastati, ma non per questo caduti in disuso, dei “finti addetti delle aziende di erogazione dei servizi elettrici e del gas”, sul conto dei quali son già state effettuate delle campagne informative ampie e diversificate. Ognuna di queste “truffe”, tuttavia, può essere combattuta in maniera maggiormente efficace, puntando prevalentemente sulla prevenzione, quindi ricordando all’intera cittadinanza che né i Carabinieri né gli appartenenti alle Forze di Polizia sono autorizzati, a qualsiasi titolo, a percepire del denaro, così da poter affermare, quasi come un vero e proprio “mantra”, che “i Carabinieri e le Forze di Polizia non chiedono soldi” e che, pertanto, i cittadini devono porsi in allarme, quando vengono contattati da delle persone, che, spacciandosi per gli appartenenti alle suddette categorie, domandano del denaro o degli oggetti preziosi per “risolvere o sistemare delle situazioni, connesse con l’eventuale arresto o fermo di parenti o congiunti”.
Questo monito e questo mantra saranno oggetto di più approfonditi incontri, anche inter istituzionali, al fine di formare e informare la cittadinanza, così rendendo “il terreno di caccia di questi malfattori meno fertile”, nell’ottica di prevenire il verificarsi di questi eventi grazie a delle efficaci attività informative, magari da condividere in ogni luogo di aggregazione e in ogni plausibile circostanza.
Per quanto, invece, concerne i furti d’acqua e di energia elettrica, i Carabinieri di questo Comando, congiuntamente al personale, dipendente dal gestore delle reti idrica ed elettrica, hanno svolto numerosi accertamenti nell’intera provincia, in particolare 14 per quanto attiene alla risorsa idrica e 13 per quella elettrica, deferendo in stato d’arresto un soggetto e a piede libero altri 12 per il reato di “furto aggravato”, avendo accertato in tutti i casi la presenza di bypass alle reti di erogazione, che hanno permesso ai non ignari fruitori dei servizi di non pagare i corrispettivi, così gravando sulle casse sia delle aziende Congesi ed Eni che, indirettamente, sulle bollette dei regolari pagatori.
Un capitolo aggiuntivo e separato va invece dedicato al contrasto alla violenza di genere, già oggetto di molteplici interventi da parte del legislatore, che ha inteso velocizzare gli accertamenti sulle condotte, integranti le fattispecie dei “maltrattamenti in famiglia” e degli “atti persecutori”, al fine di garantire delle maggiori tutele fisiche e giudiziarie alle vittime di questi reati, perlopiù donne, vessate dai loro mariti, compagni o ex, se non anche oggetto di violenze fisiche e privazioni. In ognuno dei suddetti ambiti, l’Arma dei Carabinieri, tanto nel capoluogo quanto nel resto della provincia, come da tradizione ormai secolare, ha adempiuto ai suoi compiti, confermandosi un saldo e imprescindibile punto di riferimento sia per l’intera cittadinanza che per le altre istituzioni, con cui la collaborazione è stata sempre improntata a un’efficace analisi delle problematiche, finalizzata al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Con particolare riguardo al contrasto della violenza di genere, si segnala l’attenzione posta dall’istituzione al benessere delle vittime, tanto che un numero sempre crescente di operatori ha svolto dei corsi e partecipato a dei qualificati momenti addestrativi, aventi come tema il rapporto con il destinatario delle condotte vessatorie, non solo per i giusti fini info-investigativi, ma, soprattutto, per rendere meno dolorosa la narrazione dei fatti, occorsi, anche adoperando la cosiddetta “stanza tutta per sé”, realizzata presso questo Comando con l’ausilio dell’associazione Soroptimist, considerata un luogo più accogliente di un asettico Ufficio di Polizia, nel quale “potersi aprire” con l’Ufficiale di Polizia Giudiziaria, pronto a raccogliere la denuncia e ad ascoltare tanto con attenzione quando con la giusta sensibilità la vicenda.
In sintesi, qualunque sia la tematica, trattata, o la problematica, affrontata, l’Arma dei Carabinieri, in stretta sinergia con le altre Forze di Polizia e, per quanto di competenza, con le rimanenti Istituzioni, agisce nel pieno, totale ed esclusivo interesse del cittadino o, comunque, dell’utente, cercando di garantire un’azione, al contempo, efficace nella risoluzione del problema ed efficiente nell’utilizzo delle risorse, messe a disposizione.