Progetto di pet terapy con l’Anpas Croce Verde di Catanzaro “Ildebrando”
Ricordiamo una grande citazione, per poter descrivere al meglio sia come ente e sia come associazione, quello che espleta nel quotidiano la nostra unità cinofila di salvataggio, senza alcun tipo di corrispettivo, composta da Mae e Giancarlo Silipo: "Penso che le persone che hanno provato i più grandi dispiaceri siano quelle che si sforzano sempre di più per rendere felici gli altri, perché sanno in carne propria cosa significa sentirsi distrutti e abbattuti e non vogliono che nessun altro si senta così".
"Ecco - continua la nota dei promotori dell'iniziativa - è proprio con questa famosa menzione di Robin Williams che vogliamo iniziare il nostro racconto, o per meglio dire, iniziare a narrare la storia tra Mae e Giancarlo Silipo, una storia che va al di sopra di tutto quello che può essere un sentimento grande, in quanto le loro anime ed i loro cuori sono collegati da quel filo rosso invisibile, tanto descritto e osannato, che nessuno può vedere, ma che esiste e nessuno mai al mondo può tagliare.
Giancarlo Silipo, nato e cresciuto nella città di Catanzaro, nella vita lavorativa è un Rtp presso la Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco della Calabria, è uno studente universitario di Medicina e di Chirurgia presso l’Umg di Catanzaro, e contemporaneamente è impegnato nel sociale assieme alla sua Mae, compagna di lavoro e di vita, come volontario presso l’Anpas Croce Verde di Catanzaro “Ildebrando” ed è anche Istruttore nazionale della scuola di alta formazione dell’Ucsn (Unità Cinofila di Salvataggio Nautico), invece Mae Silipo è nata in un paesino non poco distante dalla città di Catanzaro ed è cresciuta tra le braccia e l’amore di Giancarlo, che dopo la perdita del suo compagno di lavoro e di vita di nome Leon, per via di una neoplasia galoppante, voleva abbandonare tutti e tutto, stralciando anche tutte le sue attestazioni e diplomi nazionali decennali nel campo della cinofilia e del soccorso, ma poi un suo caro amico Dario Gareri, consolandolo e facendolo ragionare, ha voluto mettergli tra le braccia Mae, una Labrador Retriver, affinché continuasse il lavoro di Leon e di Darko - in cui la stessa Mae, giorno dopo giorno ha saputo colmare quel vuoto, un vuoto e che lui stesso, giorno nel quotidiano ha cercato di sopportare in silenzio quel dolore che per lui non avrà mai una fine.
Ad oggi il binomio inseparabile, non è solo impegnato nell’attività di soccorso e di salvataggio nella stagione estiva per il Comune di Montepaone - con delibera comunale approvata a firma del Sindaco e di tutto il suo Consiglio Comunale della sopracitata Amministrazione (con postazione fissa presso lo stabilimento balneare del Brondi’S Beach della famiglia Lombardo), un servizio per un’intera comunità e non solo - ma entrambi sono attivi per 365 giorni all’anno, richiamati anche in varie emergenze, come una delle tante, nella strage dei migranti di Cutro (KR), che li ha visti coinvolti in prima linea assieme ed accanto agli organi e alle forze di Stato, nel recupero di ormai corpi senza vita.
Nei loro ritagli di tempo libero, anziché dedicarsi a loro stessi o a riposarsi, tutti e due preferiscono essere impegnati nel sociale per svolgere la Terapia assistita con gli animali, presso sia l’Ospedale di Catanzaro e Lamezia Terme e sia nelle strutture sanitarie e sociali, in cui famiglie, minori, pazienti, utenti, personale lavoratore qualificato sanitario e professionistico a vario titolo, giorno per giorno devono affrontare varie difficoltà che la vita gli pone davanti.
In queste lunghe settimane si sono svolte presso le varie sedi della Fondazione Città Solidale di Catanzaro il lunghissimo progetto denominato “Un’Unità Cinofila in Corsia”, in cui il progetto offerto consisteva nell’attività di Pet-Therapy presso tutte le strutture della Fondazione stessa, in quanto con l’aiuto dell’U.C. si è cercato di portare sorrisi, allegria, forza, calore e speranza a tutti, soprattutto anche a tutto il personale professionale sanitario e specialistico, che costantemente sono rinchiusi in trincea a sopportare, sopravvivere e combattere per le vite altrui.
Giancarlo e Mae hanno scelto di percorrere questa strada difficile, di rimanere al fianco degli ultimi, degli infermi e di tutte quelle persone che si sentono sole a loro stessi, e tutto questo per il binomio dell’U.C. operativa è già di per se un atto di fede, una fede che non si esprime in preghiera, ma con le azioni di opere di bene affinché nessuno si senta mai solo e soprattutto mai nessuno si senta mai diverso uno dall’altro, perché siamo tutti esseri umani senza distinzione alcuna.
Tutto questo sono Giancarlo e Mae,, ed è per questo che li vogliamo ringraziare pubblicamente per tutto quello che fanno senza volere mai nulla per se stessi".