Calendario venatorio, critiche le associazioni: “Non rispetta prescrizioni nazionali ed europee”

Calabria Attualità

"Lo scorso 07 agosto 2024 la Giunta regionale della Calabria ha approvato il calendario venatorio per la stagione 2024/2025 (LEGGI), senza rispettare le chiare indicazioni espresse dalla Struttura Tecnica di Valutazione (STV) e dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) che posticipava l’apertura dell’attività venatoria al 2 ottobre 2024, con le sole eccezioni dei corvidi, del colombaccio e del cinghiale, e non tenendo conto dell’ennesima procedura Eu-Pilot indirizzata all’Italia dalla Commissione europea in ambito venatorio in particolare, per la caccia in periodo di migrazione prenuziale e per la caccia su specie in cattivo stato di conservazione".

Inizia così il messaggio di denuncia firmato dalla presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta, dal presidente di WWF Calabria, Angelo Calzone, e dal coordinatore regionale di Lipu Birdlife Calabria, Giorgio Giovanni Berardi, in merito al nuovo calendario venatorio regionale approvato ad inizio mese dalla giunta regionale.

"Oltretutto, il calendario venatorio, in assenza di piani di gestione o con piani non adeguatamente attuati, stabilendo la chiusura della caccia al 30 gennaio per turdidi e uccelli acquatici, durante il periodo di migrazione prenuziale, risulta essere in aperta violazione della direttiva europea" evidenziano dalle associazioni. "Un pessimo regalo alla parte più insensibile dei cacciatori, un grave danno al patrimonio indisponibile dello stato e un attacco ai principi costituzionali di tutela della biodiversità e della fauna".

"Nell’atto approvato rimane solo il dovuto divieto di preapertura, ed il posticipo dell’attività venatoria al 2 ottobre 2024 (con la sola eccezione dei corvidi, del colombaccio e del cinghiale), nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS) di cui la Direttiva 2009/147/CE (dove si applicano inoltre le misure di conservazione disposte dal Decreto Ministeriale 17 ottobre 2007), e nelle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) di cui la Direttiva 92/43/CE, e, in entrambe, al fine di ridurre l’inquinamento da piombo nelle aree interessate dalla presenza di corsi d’acqua (aree umide), il divieto di utilizzo di munizioni a pallini di piombo" proseguono nella nota.

"Per questo chiediamo al Presidente e alla Giunta Regionale di approvare subito atti con cui vengano escluse, dalla lista delle specie cacciabili in Calabria, le specie in cattivo stato di conservazione, ossia Allodola, Tortora selvatica, Combattente, Moriglione, Quaglia, Moretta e Tordo sassello, di eliminare le preaperture e i posticipi della caccia a fine gennaio dal calendario venatorio. Altresì, per contrastare il diffuso e grave fenomeno del bracconaggio, che aumenta sempre in concomitanza con la stagione venatoria, chiediamo l’impegno ad aumentare la vigilanza, stabilendo un piano di controllo organico, incrementando il personale in servizio nei corpi di Polizia Provinciale e attivando specifiche convenzioni con i Carabinieri forestali".