Undici anni senza Pasquino Crupi, Bova lo ricorda riscoprendo “I Camposanti”

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Pasquino Crupi

Per celebrare la figura del grande professore calabrese Pasquino Crupi, in occasione dell’anniversario dalla scomparsa, domani, mercoledì 21 agosto alle 21:30, nel cortile della Biblioteca Comunale di Bova Marina si terrà la presentazione del libro del maestro “I Camposanti”.

All’incontro saranno presenti lo scrittore Peppe Toscano, l’Editore di Città del Sole e direttore de “La Riviera” Franco Arcidiaco, il sindaco di Bova Marina Andrea Zirilli e il presidente del consiglio comunale Pietro Stilo.

“Pasquino Crupi, il professore Calabrese per eccellenza, è morto undici anni fa. È un lutto che la Calabria non ha ancora elaborato e non elaborerà mai per un semplice motivo: perché con lui siamo morti tutti e le nostre spoglie sono oggi contese da paesologi, massmediologi, improbabili poeti erranti, soloni restanti e soloni tornanti, tutti rigorosamente autoreferenziali, che se ne sbattono altamente della nostra essenza e della nostra identità più profonda” afferma Franco Arcidiaco.

“A quei pochi capaci di percepire questo disagio - prosegue - non rimane che tirare giù dagli scaffali i libri del Professore e immergersi nelle sue argute metafore, nelle sue acute e spregiudicate analisi e nel suo immensamente libero pensiero, scevro dai condizionamenti del “politicamente corretto” male assoluto della nostra epoca”.

“Cominciamo questo mercoledì 21 agosto - evidenzia ancora Arcidiaco - con un libricino semisconosciuto (I Camposanti) che raccoglie i corsivi radiofonici di Radio Melito di Carmelo Nucera. Sentite come ne parla quell’altro geniaccio di Peppe Toscano che è stato al suo fianco in quella esperienza: “Da quando Carmelo Nucera, proprietario editore di Radio Melito, lo aveva nominato direttore, Pasquino aveva sconvolto siri e menzi nuttati a noi abituali perditempo del fu viale Garibaldi.”

“Già prima della chiusura del bar Martorano (nel periodo inverno-primavera-autunno, intorno alle 20,30) Pasquino appariva all’improvviso e, ippisofattu, tutti attorno a lui. Chi: pruvissuri, cumpagnu e carcunu diritturi, ad aspettare le sue parole che deliziavano la nostra ignoranza, pascendo la nostra sete e fame di sapere. Muti ad ascoltarlo. Spesso ci declamava, senza avere scritto ancora, qualche verso dei suoi Camposanti. Era diventato un appuntamento senza data e ora. Per noi imprescindibile”, conclude Arcidiaco.