Capo Vaticano, al via “Estate a casa Berto”
Dalla filosofia al mondo animale, dalla letteratura all’intelligenza artificiale, esplorando il legame tra musica e parole, passando per la denuncia culturale di chi attenta il territorio calabrese, un tempo uno dei più belli della penisola. Al Festival, che compie dieci anni, si riflette sulla società contemporanea attraverso arti complementari che sì mescolano all’interno di un evento che, dal 2015, si è affermato sino a divenire una delle principali manifestazioni culturali estive del Sud Italia, e che si fregia, nel nome, della parola “casa “ , che ha contribuito a renderlo un unicum molto amato.
Si apre così la la nona edizione di “Estate a casa Berto”, il “family festival” che da domani, 5 settembre - e fino a domenica 8 - nel cuore di Capo Vaticano proporrà un ricco calendario di appuntamenti tra presentazioni, dibattiti, cineforum e una mostra fotografica che si svolgeranno nella tenuta dello scrittore veneto Giuseppe Berto, immersa in un lembo magico di campagna calabrese a picco sul mare degli dei ed entrata nel 2021 a far parte del circuito delle case-museo dell’Associazione Nazionale Case della Memoria, la prima in Calabria.
Ad inaugurare l’edizione 2024, sarà la lectio magistralis di Enrico Alleva, etologo di fama internazionale e accademico dei Lincei. “Dal pesce al filosofo: evoluzione del cervello negli animali vertebrati”, in programma alle 19:00: Alleva condurrà i partecipanti in un viaggio inedito alla scoperta di alcune intuizioni darwiniane e guidandoci in un mondo sospeso tra scienza e filosofia. L’etologo è alla sua seconda partecipazione al festival. I giornalisti “resident” a Capo Vaticano per il festival - una formula che allarga ulteriormente il concetto dì “Family Festival” - in questo caso Giancarlo Loquenzi (Zapping Rai Radio 1) e Antonio Armano (Il Fatto Quotidiano) nonché lo scrittore e giornalista Emanuele Trevi, non faranno mancare le loro domande ad Alleva per costruire un ponte tra la Lectio Magistralis e la platea.
Alle 21:00 appuntamento con “Musicare i pensieri”, un esercizio inedito, tra parole e musica, nel quale Naip, nome d’arte di Michelangelo Mercuri, musicista di origini calabresi - conosciuto al grande pubblico per la sua partecipazione al programma televisivo XFactor nel 2020 - riflette in musica sul concetto di processo creativo. Un excursus che, partendo dall’evoluzione degli ambienti sonori nella storia, analizza le modalità che hanno aperto ai cambiamenti che hanno poi modificato il modo di pensare la musica, e musicare i pensieri. Ad introdurre l’evento, la giornalista Valeria Bonacci.
Venerdì 6 settembre alle 19:00, a casa Berto, arriva la firma del Corriere della Sera, fondatore del “Corriere Innovazione”, Massimo Sideri, per un incontro dal titolo “Il visconte cibernetico. Come Italo Calvino ha anticipato ChatGPT”. Sideri, per il suo intervento, si avvarrà delle domande e curiosità dei giornalisti presenti al Capo, tra questi: Antonio Armano, Giancarlo Loquenzi e Carlo Ducci, per capire, attraverso l’analisi di Sideri e le curiosità della stampa, quale sia il miglior utilizzo, oggi, del “metodo Calvino”. Sicuramente il parallelo tra due anticipatori e visionari scrittori quali Berto e Calvino non avrebbe potuto trovare location migliore per essere esposto all’interesse del pubblico. Così, parlare di Intelligenza Artificiale ad un Festival letterario, non sarà velleitario ma collante per un nuovo umanesimo da intravedere.
Alle 21:00 spazio alla proiezione del documentario - Menzione Speciale al XX Magna Graecia Film Festival - “Oh rovina! Breve saggio sul non finito” (2023) di Domenico Lagano, alla presenza del regista e di Angelo Maggio, fotografo etnografico che ha arricchito il documentario con il proprio contribuito a insieme a Francesco Lesce, Carlo Borgomeo e Gioacchino Criaco. Un approfondito lavoro di ricerca che indaga, attraverso l’occhio della settima arte, cause e concause - con raffinata denuncia - che hanno reso la Calabria emanatrice di un (purtroppo) proverbiale “stile architettonico”, quello del “non finito” conosciuto ormai non solo nel nostro paese.
Per tutta la durata del festival, è inoltre allestita la mostra fotografica “Cemento amato” a cura di Angelo Maggio. Attraverso gli scatti più significativi sul “non finito”, colti dal fotografo in vent’anni di carriera, la mostra “fa il paio” con il documentario di Lagano raccontando, per immagini, l’ergersi sintomatico di questi spettri a “monumenti” che interpretano - e simbolizzano - le aspettative deluse dei calabresi.