Rischio di infiltrazioni mafiose: disposto controllo giudiziario a 20 società nel reggino

Reggio Calabria Cronaca

Diverse società operanti in vari settori, dislocate nella provincia reggina, sono state sottoposte all'amministrazione o al controllo giudiziario, a seguito di una serie di controlli svolti dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, in quanto ritenute a rischio di infiltrazioni mafiose. I provvedimenti, emessi dal Tribunale a seguito di indagini dirette dalla Procura e dalla Direzione Distrettuale Antimafia, riguardano complessivamente 20 aziende.

Tutte le società coinvolte - il cui giro d'affari si attesta attorno ai 10 milioni di euro - erano state oggetto, in passato, di informative antimafia. Operano in settori diversi, come la gestione di stabilimenti balneari o la commercializzazione di prodotti alimentari, ma anche ristorazione, settore albergiero e raccolta di rifiuti, erano già state considerata a "rischio contaminazione" dalla criminalità organizzata.

Circostanza che in alcuni casi era dovuta a dei legami di parentela diretta tra titolari e/o amministratori con soggetti appartenenti alle cosche di 'ndrangheta, o per via condotte estorsive subite dagli imprenditori, che si vedevano sostanzialmente imposti prodotti e forniture da altre ditte riconducibili all'ambiente malavitoso. Evidenziati anche dei rapporti di lavoro occasionali in favore di esponenti criminali, al fine di ottenere così favori o agevolazioni.

UN TENTATIVO DI "BONIFICA"

Come ricordano gli stessi finanzieri, l'amministrazione ed il controllo giudiziario servono ad attuare una sorta di "vigilanza preventiva" al fine di recuperare il tessuto imprenditoriale e "bonificarlo" dalle infiltrazioni, anche a tutela degli altri operatori economici, al fine di riportarle nell'alveo dell'economia legale.

Oltre ai provvedimenti giudiziari, sono stati disposti anche 15 provvedimenti patrimoniali (tra sequestri e confische) a carico di altrettanti soggetti ritenuti ad elevata pericolosità sociale, per un valore complessivo di circa 4,5 milioni di euro, riguardanti: 47 immobili (28 fabbricati e 19 terreni), 3 ditte individuali, 6 autoveicoli, 2 orologi di lusso e risorse economiche e finanziarie.

Sono ora in corso ulteriori accertamenti di natura economica, al fine di evidenziare eventuali sproporzioni tra i redditi dichiarati ed i patrimoni riconducibili agli indagati.